SESTA DOMENICA TEMPO ORDINARIO – ANNO B


Vangelo Commentato dai Padri

SESTA DOMENICA TEMPO ORDINARIO – ANNO B

Vangelo di Marco 1, 40-45

In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma va’, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosé ha ordinato, a testimonianza per loro».
Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte
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VERSETTI 40-45

E venne a lui un lebbroso pregandolo, e in ginocchio gli disse: Se vuoi, puoi mondarmi. Gesù, avendo pietà di lui, stese la sua mano e toccandolo gli disse: Lo voglio, sii mondato. E avendo detto ciò, subito la lebbra lo lasciò e fu guarito. E ammonendolo severamente lo rimandò e gli disse: Vedi di non dirlo a nessuno, ma va, e mostrati al principe dei sacerdoti, e offri per la tua purificazione ciò che Mosè ha ordinato a testimonianza per loro. Ma quello, uscito, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori in luoghi deserti e accorrevano a lui da ogni parte.

BEDA: Dopo che la lingua serpentina dei demoni fu chiusa, e la donna, che per prima fu sedotta, fu curata dalla febbre, in terzo luogo l’uomo, che ascoltò le parole della moglie che gli chiedeva cose cattive, fu curato dalla lebbra del suo errore, affinché l’ordine della restaurazione nel Signore coincidesse con quello dei progenitori nella caduta; segue: E venne a lui un lebbroso pregandolo.

AGOSTINO: Di questo lebbroso mondato Marco ricorda cose tali da farlo identificare con quello che Matteo dice che fu mondato quando il Signore discese dopo il discorso della montagna. E poiché il Signore dice (Mt 5,17): «Non sono venuto ad abolire la legge, ma a portarla a compimento», colui che era escluso dalla legge, pensando che sarebbe stato guarito dal potere del Signore, indicò che la grazia che poteva lavare la macchia del lebbroso non veniva dalla legge, ma da sopra la legge. In verità, come nel Signore viene dichiarata l’autorità del potere, così in lui la costanza della fede; segue infatti: e in ginocchio gli disse: Signore, se vuoi, puoi mondarmi. Si gettò con la faccia a terra, il che è segno di umiltà e di pudore, affinché ciascuno si vergogni delle macchie della sua vita; ma la vergogna non impedì la confessione: mostra la ferita e chiede il rimedio; e la stessa confessione è piena di religione e di fede: infatti attribuisce il potere alla volontà del Signore.

TEOFILATTO: Infatti non disse: se pregherai Dio, ma se vuoi, come credendolo Dio.

BEDA: Non dubitò della volontà del Signore come se fosse incredulo della sua pietà, ma non presunse, essendo conscio della propria miseria. Segue: Gesù, avendo pietà di lui, stese la sua mano e toccandolo gli disse: Lo voglio, si mondato. Non bisogna, come ritengono molti latini, congiungere e leggere: «Voglio che tu sia mondato», ma separatamente, in modo che prima dica: Lo voglio, e poi comandi: Sii mondato.

CRISOSTOMO: Tocca il lebbroso e non gli conferisce la salute con la sola parola, poiché nella legge è detto da Mosè (Lv 22,4-6): «Chi avrà toccato un lebbroso, sarà immondo fino alla sera». Infatti, per mostrare che questa immondezza è secondo la natura, e che la legge non era stata posta per lui, ma per i puri uomini, e che egli è propriamente il padrone della legge, e conferisce la salute non come servo ma come Signore, convenientemente toccò il lebbroso, pur non essendo necessario il toccare per eseguire la guarigione.

BEDA: Toccò anche per provare che non poteva essere contaminato colui che liberava gli altri. Inoltre è mirabile il fatto che egli lo guarì nel modo in cui era stato pregato. Se vuoi, aveva detto il lebbroso, puoi mondarmi; egli disse: Lo voglio, e qui hai la volontà; sii mondato, e qui hai l’effetto della pietà.

CRISOSTOMO: Con ciò non solo non distrusse l’opinione del lebbroso, ma piuttosto la confermò: infatti con la parola mette in fuga la malattia, e compie con l’opera ciò che il lebbroso aveva detto con la parola; per cui segue: E avendo detto ciò, subito la lebbra lo lasciò e fu guarito.

BEDA: Non vi è infatti nulla di intermedio fra la parola di Dio e il precetto, poiché nel precetto c’è l’opera: «Disse infatti, e le cose furono create» (Sal 148,4). Segue: E ammonendolo severamente lo rimandò e gli disse: Vedi di non dirlo a nessuno.

CRISOSTOMO: Come se dicesse: non è ancora il tempo di divulgare le mie opere; non ho bisogno della tua predicazione. Con ciò poi ci insegna a non cercare presso gli uomini l’onore come ricompensa delle nostre opere. Segue: ma va, e mostrati al principe dei sacerdoti. Il Salvatore manda costui dal sacerdote per la prova della guarigione, e affinché questa non avvenisse al di fuori del tempio, ma venisse computata nella preghiera con il popolo. Lo manda anche per adempiere la legge, e così chiudere la bocca malevola dei Giudei. Così compì l’opera lasciandone ad essi la prova.

BEDA: Affinché cioè il sacerdote comprendesse che egli era stato guarito non nell’ordine della legge, ma per la grazia di Dio al di sopra della legge. Segue: e offri per la tua purificazione ciò che Mosè ha ordinato a testimonianza per loro.

TEOFILATTO: Ordina di offrire il dono che i mondati avevano la consuetudine di dare, per testimoniare così che non era contro la legge, ma piuttosto confermava la legge, osservando egli stesso i precetti della legge.

BEDA: Se qualcuno poi si meraviglia del fatto che il Signore sembra approvare il sacrificio giudaico, che la Chiesa non riceve, ricordi che non aveva ancora offerto il suo olocausto nella passione. Infatti non conveniva che venissero eliminati i sacrifici significanti prima che venisse attestato dalla predicazione degli Apostoli, come pure dalla fede dei popoli credenti, ciò che veniva significato.

TEOFILATTO: Il lebbroso tuttavia, sebbene il Signore glielo avesse proibito, propagò il beneficio; per cui segue: Ma quello, uscito, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto. È necessario infatti che chi riceve un beneficio sia grato, e ringrazi, anche se il benefattore non ne ha bisogno.

GREGORIO: Giustamente però si chiede perché ciò che il Signore aveva ordinato di non rivelare non poté neppure per breve tempo rimanere nascosto. Ma bisogna notare che chi aveva fatto il miracolo ordinò di tacerlo, e tuttavia ciò non poté accadere, affinché cioè i suoi eletti che seguivano gli esempi della sua dottrina avessero il desiderio di restare nascosti nelle grandi cose che potevano fare, e tuttavia le lasciassero divulgare anche contro voglia per giovare agli altri. Quindi non è che non abbia potuto fare ciò che voleva, ma col magistero del suo insegnamento diede l’esempio di che cosa dovessero volere le sue membra, e di che cosa potesse accadere contro la loro volontà.

BEDA: Ora, la guarigione perfetta di uno solo spinse verso il Signore molte folle; per cui segue: al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori in luoghi deserti.

CRISOSTOMO: Il lebbroso infatti predicava ovunque la mirabile guarigione, così che tutti correvano a vedere colui che l’aveva guarito per credere in lui; per cui il Signore non poteva evangelizzare nelle città, ma si tratteneva in luoghi deserti; per cui segue: e accorrevano a lui da ogni parte.

GIROLAMO: Misticamente la nostra lebbra è il peccato del primo uomo, che cominciò dal capo quando desiderò i regni del mondo: infatti «la radice di tutti i mali è la cupidigia» (1 Tm 6,10), per cui Giezi, avendo seguito l’avarizia, fu inondato dalla lebbra.

BEDA: Stesa però la mano del Salvatore, cioè essendosi il Verbo di Dio incarnato e avendo toccato la natura umana, viene mondato dalla varietà del primitivo errore.

GIROLAMO: Ora questa lebbra, mostrata al vero sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek insieme con l’offerta, viene mondata quando egli dice (Lc 11,41): «Date l’elemosina, e tutto sarà puro per voi». Che poi Gesù non potesse manifestamente entrare in città, ecc., significa che Gesù non si manifesta a tutti quelli che trovano la loro gioia nelle lodi diffuse e che corrono nelle piazze, ma a quelli che escono fuori con Pietro e stanno in luoghi deserti, che il Signore scelse per pregare e ristorare il popolo, che cioè lasciano i piaceri del mondo e tutto quello che possiedono, così da dire: la mia porzione è il Signore. In verità la gloria del Signore si manifesta a coloro che vengono da ogni parte, attraverso le pianure e le montagne, e che nulla può separare dalla carità di Cristo.

BEDA: Dopo aver compiuto il miracolo nella città, il Signore si ritirò nel deserto anche per mostrare che egli preferiva una vita quieta e lontana dalle preoccupazioni del mondo, e che a causa di questo desiderio si prendeva cura della guarigione dei corpi.