PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA -ANNO C


Vangelo Commentato dai Padri

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA -ANNO C

Vangelo di Luca 4, 1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose:
«Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».
Il diavolo lo condusse in alto, e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordine per te,
perché essi ti custodiscano;
e anche:
essi ti sosterranno con le mani,
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo».
Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

VERSETTI 1-4

Gesù pieno di Spirito Santo si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto, dove rimase per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane. Gesù gli rispose: Sta scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola di Dio.

TEOFILATTO: Dopo il battesimo, Cristo viene tentato mostrando a noi che, dopo che siamo battezzati, siamo minacciati dalle tentazioni; perciò si dice: Gesù pieno di Spirito Santo tornò dal Giordano.

CIRILLO: Prima Dio aveva detto (Gen 6,3): «Il mio Spirito non abiterà nell’uomo per sempre, perché egli è carne»; ma ora che siamo stati arricchiti mediante il dono della rigenerazione attraverso l’acqua e lo Spirito, siamo resi partecipi della divina natura con la partecipazione dello Spirito Santo. Ora, il primogenito tra molti fratelli ricevette lo Spirito per primo, egli che è anche il datore dello Spirito, perché per mezzo di lui giunga anche a noi la grazia dello Spirito Santo.

ORIGENE: Perciò quando leggi che Gesù era pieno di Spirito Santo, e negli Atti si scrive degli Apostoli che furono riempiti di Spirito Santo, fa’ attenzione a non pensare che gli Apostoli fossero eguali al Salvatore; infatti come se volessi dire: Questi vasi sono pieni di vino o di olio, non diresti immediatamente che sono pieni secondo la stessa misura, così anche Gesù e Paolo erano pieni di Spirito Santo, ma il vaso di Paolo era molto più piccolo di quello di Gesù; e tuttavia entrambi erano pieni, ciascuno secondo la propria misura. Così dopo avere ricevuto il battesimo, il Salvatore, pieno dello Spirito Santo che era disceso su di lui dal cielo sotto l’aspetto di una colomba, era condotto dallo Spirito: «Giacché quanti sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio» (Rm 8,14). Ora, ciò spetta soprattutto al Figlio di Dio.

BEDA: Affinché nessuno potesse avere dubbi su quale spirito abbia condotto Gesù, mentre gli altri Evangelisti dicono: nel deserto, Luca di proposito aggiunge: fu condotto dallo Spirito nel deserto, dove rimase per quaranta giorni. Affinché non si pensasse che qualche spirito immondo abbia prevalso su di lui, il quale, pieno di Spirito Santo, faceva tutto secondo la propria volontà.

Il GRECO: Se dunque noi con il nostro arbitrio disponiamo della nostra vita, in che modo Gesù veniva condotto suo malgrado? Ma l’espressione: condotto dallo Spirito va intesa nel modo seguente: egli condusse spontaneamente quell’esperienza di vita che poteva offrire un’occasione al tentatore.

BASILIO: Infatti non provocando il nemico con la parola, ma eccitandolo con le proprie azioni, Gesù si reca nel deserto. Poiché il diavolo si compiace del deserto, mentre non sopporta di stare in città, poiché lo rattrista la concordia dei cittadini.

AMBROGIO: Perciò fu condotto deliberatamente nel deserto per provocare il diavolo; se infatti non avesse combattuto non avrebbe vinto per me. Per una specie di mistero, per liberare dall’esilio quell’Adamo che era stato cacciato dal paradiso nel deserto, a mo’ di esempio, ci mostra come il diavolo abbia invidia di noi che tendiamo alle cose migliori, per cui dobbiamo essere cauti perché la debolezza della nostra mente non ci tolga la grazia del sacramento ricevuto. Perciò prosegue: ed era tentato dal diavolo.

CIRILLO: Ecco che Dio si trova in mezzo agli atleti comandando loro di lottare e concede la corona ai capi dei santi.

GREGORIO: Tuttavia il nostro nemico con la tentazione non riuscì a scuotere la mente del mediatore tra Dio e gli uomini; infatti egli si è degnato di accogliere esteriormente le tentazioni affinché la sua mente interiormente restasse legata indissolubilmente alla divinità.

ORIGENE: Gesù viene tentato dal diavolo per quaranta giorni, e quali siano state le sue tentazioni non lo sappiamo; forse alcune sono state tralasciate perché erano più di quanto poteva essere trasmesso per iscritto.

BASILIO: Oppure per quaranta giorni Gesù restò senza tentazioni; infatti il diavolo sapeva che digiunava e non accusava ancora la fame; perciò non osava accostarsi a lui, per cui continua: Non mangiò nulla in quei giorni: quindi digiunò mostrando così che coloro che vogliono prepararsi al combattimento delle tentazioni devono avere una grande sobrietà

AMBROGIO: Ci sono tre cose che contribuiscono alla salvezza umana: il sacramento, il deserto e il digiuno. Infatti nessuno riceve la corona se non chi abbia combattuto regolarmente; ma nessuno viene ammesso al combattimento della virtù se prima non è stato purificato dalle macchie del peccato e consacrato dal dono della grazia celeste.

GREGORIO NAZIANZENO: Così digiunò per quaranta giorni senza nulla mangiare: infatti era Dio; noi commisuriamo il digiuno alle nostre forze, benché lo zelo spinga alcuni a oltrepassare le proprie capacità.

BASILIO: Ma noi non dobbiamo abusare della carne fino al punto che per la scarsità di cibi naturali il nostro vigore venga meno, e neppure fino al punto che alla fine, per l’eccesso di mortificazione, venga meno il nostro intelletto. Perciò il Signore fece questo una volta, mentre per tutto il resto della sua vita governò il suo corpo secondo l’ordine dovuto; e altrettanto fecero Mosè ed Elia.

CRISOSTOMO: Ora, molto saggiamente accadde che nel digiunare non oltrepassasse il numero dei giorni, perché non si pensasse che era venuto solo apparentemente, che cioè non avesse assunto veramente la carne o l’avesse fatto andando oltre la natura umana.

AMBROGIO: Ora, nel numero dei quaranta giorni riconosci il numero mistico: ricorda che per questo numero di giorni le acque dell’abisso furono riversate sulla terra; e che per questo numero di giorni di sacro digiuno egli mostrò la misericordia di un cielo più sereno; per questo numero di giorni con il digiuno Mosè meritò di ricevere la Legge; per questo numero di anni i padri che si trovavano nel deserto ottennero il pane degli Angeli.

AGOSTINO: Ora, questo numero è un sacramento di questo tempo faticoso, in cui noi, sotto il comando di Cristo re, combattiamo contro il demonio. Infatti questo numero indica la vita temporale, poiché i periodi degli anni si svolgono nel corso di quattro parti, e quaranta contiene quattro decine. Inoltre, quelle decine si realizzano dal numero uno che avanza fino a quattro. Ciò manifesta chiaramente che il digiuno di quaranta giorni, cioè l’umiliazione dell’anima, la Legge e i Profeti lo hanno consacrato per mezzo di Mosè e di Elia; e il Vangelo mediante il digiuno di Cristo stesso.

BASILIO: In realtà, poiché il non soffrire la fame oltrepassa la natura umana, il Signore fece suo il patire la fame, mostrando che essa non è un peccato; e quando volle, concesse alla sua natura umana di fare e di patire le cose che le sono proprie. Per cui continua: e quando furono terminati ebbe fame, non costretto alla necessità che presiede alla natura, ma quasi sfidando il diavolo alla guerra: infatti il diavolo, sapendo che là dove domina la fame c’è debolezza, si accinge a tentarlo; e da escogitatore di tentazioni, cerca di persuadere Cristo paziente a soddisfare il suo appetito con le pietre. Perciò prosegue: il diavolo gli disse: se tu sei Figlio di Dio, di a questa pietra che diventi pane.

AMBROGIO: Noi siamo edotti sul fatto che ci sono specialmente tre frecce con cui il diavolo suole armarsi per ferire la mente dell’uomo: una della gola, l’altra della vanagloria, la terza dell’ambizione. Perciò incomincia da quella con cui aveva già riportato vittoria, cioè su Adamo. Impariamo quindi a guardarci dalla gola, e dalla lussuria, perché è un’arma del diavolo. Ma che cosa vuol dire con il discorso: se tu sei Figlio di Dio, a meno che non sapesse che il Figlio di Dio sarebbe venuto, senza però pensare che egli sarebbe venuto con questa debolezza del corpo? Ora, una cosa appartiene a chi cerca e un’altra a chi tenta. Egli professa di credere in lui come Dio, e cerca di ingannarlo come uomo.

ORIGENE: Mentre il padre, al figlio che gli chiede il pane, non dà una pietra al posto del pane, questi invece, come un nemico ingannatore, al posto del pane offre una pietra.

BASILIO: Egli cercava di persuadere il Cristo a soddisfare il suo appetito con le pietre, cioè di spostare il suo desiderio dal cibo naturale a quello che era oltre la natura.

ORIGENE: Credo che ancora oggi il diavolo mostra agli uomini una pietra, per incitarli a dire: di’ a questa pietra che diventi pane. Se tu vedi gli eretici divorare le loro false dottrine come se fossero pane, sappi che il loro insegnamento è una pietra che il diavolo mostra loro.

BASILIO: Ma Cristo, mentre vince la tentazione, non bandisce la fame dalla nostra natura, come se essa fosse la causa del male; perciò continua: Gesù gli rispose: Sta scritto: non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola di Dio.

TEOFILATTO: Come se dicesse: la natura umana non viene sostentata solamente con il pane; anzi, la sola parola di Dio basta a nutrire tutta la natura umana. In questo modo furono alimentati gli Israeliti quando raccolsero la manna per quarant’anni e godendo delle quaglie catturate. Per deliberazione divina Elia ebbe come compagni i corvi; ed Eliseo nutrì i suoi compagni con le erbe dei campi.

CIRILLO: O secondo un altro senso. Il nostro corpo terreno si nutre di cibi terreni; mentre la nostra anima viene rinvigorita nella buona abitudine dello spirito dalla parola di Dio: infatti il corpo non alimenta la natura incorporea.

GREGORIO NISSENO: Perciò l’anima non si nutre con il pane, né con le carni si trova bene e ingrassa, ma con ben altri banchetti viene alimentata e cresce la vita spirituale; il nutrimento dell’uomo buono è la castità, il suo pane la sapienza, le sue erbe la giustizia, la sua bevanda la libertà dalle passioni, la sua gioia l’essere saggio.

AMBROGIO: Considera dunque quale specie di armi egli adopera per difendere l’uomo dagli assalti della malizia spirituale e dalle seduzioni della gola; infatti egli non si serve del potere come Dio: in questo modo infatti a che ci sarebbe servito? Ma come uomo fece ricorso a un aiuto comune, sicché, mentre era concentrato sul cibo della lettura divina, poteva distrarsi dalla fame del corpo e acquistare il nutrimento della parola: infatti non può desiderare il pane terreno chi si dedica alla parola: poiché non c’è dubbio che le cose divine superano quelle umane. E mentre dice: non di solo pane vivrà l’uomo, egli mostra che veniva tentato l’uomo, ossia la nostra carne che egli aveva assunto, non la sua divinità.

VERSETTI 5-8

Il diavolo lo condusse in alto e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio? Se dunque ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo. Gesù rispondendo gli disse: sta scritto: solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, e lui solo adorerai.

TEOFILATTO: Anzitutto il nemico attaccò il Cristo con la tentazione della gola, come aveva fatto con Adamo; poi con quella della brama, ossia dell’avarizia, per il fatto che gli fece vedere tutti i regni del mondo. Quindi prosegue: Il diavolo lo condusse in alto e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra.

GREGORIO: Che c’è di sorprendente nel fatto di essersi lasciato condurre sul monte per chi ha sopportato che le sue stesse membra lo crocifiggessero?

TEOFILATTO: Ma in che modo gli ha fatto vedere tutti i regni della terra? Alcuni dicono che glieli ha mostrati nella mente; ma io dico che glieli ha fatti comparire in modo sensibile nella fantasia.

TITO: Oppure descrisse il mondo a parole e lo presentò al suo pensiero come una certa casa, come egli lo pensava.

AMBROGIO: Bene, i regni di questo mondo sono descritti in un istante. Infatti qui non viene tanto descritto il rapido sguardo della vista quanto la fragilità di un potere mortale. Infatti in un istante tutte queste cose passano, e spesso la gloria di questo mondo scompare ancor prima di arrivare. Continua: gli disse: ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio.

TITO: Egli mentiva in entrambe le cose: poiché non possedeva né poteva dare ciò di cui era privo: infatti nessuno guadagna il potere, ma è un nemico abbandonato alla battaglia.

AMBROGIO: Altrove infatti si dice (Rm 13,1) che «ogni potere viene da Dio»; così procede da Dio qualsiasi disposizione del potere, mentre la cupidigia del potere proviene dal male; e non è cattivo il potere, ma chi fa cattivo uso del potere. Che cosa dunque? È cosa buona servirsi del potere e ricercare l’onore? È cosa buona se esso ci viene conferito, cattiva se viene strappato con la forza. Tuttavia noi dobbiamo fare una distinzione in questo stesso bene. Infatti c’è un buon uso nel mondo e un altro nella perfetta virtù. Infatti è una cosa buona la ricerca di Dio e l’impegno di infatti chi cerca Dio viene spesso tentato a motivo della carne e delle difficoltà della mente, quanto più è esposto chi si dedica al mondo? Impariamo dunque a disprezzare l’ambizione, perché è soggetta al potere del demonio.

TITO: Ma l’onore esteriore è accompagnato dal pericolo domestico, e per comandare agli altri uno si fa prima loro servo; si piega all’ossequio per essere ripagato con gli onori; e mentre aspira a cose più grandi, con falsa umiltà si piega a cose più basse. Quindi continua: se dunque ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo.

CIRILLO: Come puoi tu, a cui spetta in sorte la fiamma inestinguibile, promettere al Signore tutto ciò che è già suo? Hai davvero pensato di avere come adoratore colui davanti al quale tutto l’universo trema?

ORIGENE: Oppure in un senso completamente diverso. Due re si trovano in un’accesa contesa per regnare: il re del peccato che regna sopra i peccatori, cioè il diavolo, e il re della giustizia che regna sopra i giusti, cioè il Cristo. Ora, poiché il diavolo sapeva che il Cristo era venuto per privarlo del suo regno, gli mostrò tutti i regni del mondo; certamente non il regno dei Persiani e degli Indiani, ma il suo regno, come cioè egli regni sul mondo, in cui alcuni sono sotto il dominio della fornicazione, altri della cupidigia; e gli fa vedere ciò in un istante, ossia nel corso presente del tempo, che a confronto con l’eternità ha il valore di un istante; e il Salvatore non aveva bisogno che gli fossero mostrati a lungo gli affari di questo mondo, ma appena egli rivolse l’acutezza del suo sguardo alla contemplazione delle cose vide regnare i peccati e gli uomini resi schiavi del vizio. Perciò gli dice: sei forse venuto per combattere con me per il dominio? Adorami e riceverai il regno che io posseggo. In realtà anche il Signore vuole regnare, ma con giustizia e senza il peccato; e vuole che le genti gli siano sottomesse, perché servano alla verità; e non vuole regnare sugli altri in modo tale da essere egli stesso soggetto al diavolo. Perciò prosegue: Gesù rispondendo gli disse: Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, e lui solo adorerai.

BEDA: Il diavolo che dice al Signore: se ti prostri dinanzi a me, riceve come risposta che egli dovrebbe piuttosto adorare il Cristo come suo Signore e Dio.

CIRILLO: Ma in che modo lo si deve adorare se secondo gli eretici il Figlio è una creatura? Quale accusa può essere portata contro coloro che servirono la creatura e non il Creatore, se il Figlio che secondo loro è una semplice creatura, noi lo adoriamo come Dio?

ORIGENE: Oppure secondo un’altra interpretazione. Tutti costoro, egli dice, voglio che mi siano soggetti affinché adorino Dio e servano a lui solo; mentre tu pretendi che cominci a peccare proprio io che sono venuto per scioglierli dal peccato.

CIRILLO: Ora, egli qui tocca la parte più intima del cuore del demonio; infatti prima della sua venuta egli era adorato dappertutto. Ma la Legge di Dio, gettandolo giù dal dominio che aveva usurpato, stabilisce l’adorazione di colui che è veramente Dio.

BEDA: Qualcuno però domanderà in che modo ciò che qui viene comandato, di servire soltanto a Dio, si accordi con quanto dice l’Apostolo (Gal 5,13): «Voi dovete per amore servirvi gli uni gli altri». Ma in greco per doulia si intende un servizio comune, prestato sia a Dio sia all’uomo, mentre latria si dice il servizio dovuto al culto di Dio. Per questo ci viene comandato di essere al servizio per amore gli uni degli altri, e questo viene detto in greco douleuin, mentre ci viene comandato di servire l’unico Dio, che in greco viene detto latreuin; e per questo motivo qui si dice: lui solo adorerai; che in greco è latreueis.

VERSETTI 9-13

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù. Sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra. Gesù gli rispose: È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo. Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

AMBROGIO: Segue l’arma della tracotanza, con cui uno viene sempre trascinato all’ingiù: perché coloro che amano vantarsi della propria virtù precipitano dal luogo e dalla sede dei meriti; perciò si dice: Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio.

ORIGENE: Lo seguiva tranquillamente come un atleta che affronta volontariamente la prova e diceva, in un certo modo: conducimi dove vuoi e mi troverai superiore in ogni cosa.

AMBROGIO: Ora, questo è il destino della tracotanza, che mentre uno crede di salire più in alto, con la sua pretesa di grandi azioni è trascinato in basso. Onde continua: Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù.

ATANASIO: Il demonio non ingaggiò la lotta contro la divinità, infatti non osava farlo; perciò diceva: Se tu sei Figlio di Dio, ma ingaggiò la lotta con l’uomo che allora aveva il potere di sedurre.

AMBROGIO: Ora, in verità, è la parola del demonio che cerca di precipitare l’anima dell’uomo dal terreno superiore delle buone azioni, mentre allo stesso tempo egli rivela la sua debolezza e malizia, perché non può recare danno a nessuno che non si sia già gettato giù. Infatti chi, dopo aver abbandonato le cose celesti, sceglie quelle terrene, incappa volontariamente nel precipizio di una vita lasciva. Ma appena il diavolo scoprì che il suo dardo era spuntato, egli che aveva la pretesa di sottomettere tutti gli uomini al suo dominio, cominciò a pensare che aveva a che fare con uno che era più che un uomo. Allora Satana si trasfigura in un Angelo di luce e basandosi sulle divine Scritture prepara un laccio ai fedeli; perciò prosegue: Sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; e anche: ed essi ti sosterranno con le loro mani, affinché il tuo piede non inciampi in una pietra.

ORIGENE: O diavolo, donde hai saputo che queste cose sono state scritte? Forse hai letto i Profeti o i discorsi divini? Certamente non li hai letti per diventare tu stesso migliore con la loro lettura, ma per uccidere con la sola lettera del testo coloro che sono amici della lettera. Poiché sapevi che se avessi attinto dagli altri scritti, non li avresti tratti in inganno.

AMBROGIO: Perciò, non lasciarti sedurre dagli eretici che possono addurre degli esempi dalle Scritture: anche il diavolo si serve delle Scritture, non per insegnare ma per ingannare.

ORIGENE: Infatti guarda come nelle stesse testimonianze da lui addotte, egli è astuto: egli cerca di diminuire la gloria del Salvatore, come se avesse bisogno dell’aiuto degli Angeli; infatti il suo piede inciamperà, a meno che non sia sostenuto dalle loro mani. Infatti questa testimonianza non è stata scritta per il Cristo, ma per i santi in generale, dato che non ha bisogno dell’aiuto degli Angeli chi è superiore a tutti gli Angeli; piuttosto, o diavolo. impara che, se Dio non aiutasse gli Angeli, cadrebbero anche loro; mentre tu inciampi e cadi, perché ti sei rifiutato di credere in Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Ma perché resti silenzioso su quanto segue (Sal 90,13): «Sull’aspide e il basilisco camminerai» se non perché tu sei il basilisco, tu sei il drago e il leone?

AMBROGIO: Ma il Signore, per impedire che si pensasse che le cose che erano state profetizzate su di lui fossero compiute secondo la volontà del diavolo e non secondo l’autorità della potenza divina, rende vana la sua astuzia, cosicché, mentre questi reclamava la testimonianza della Scrittura, veniva contraddetto dagli esempi della Scrittura stessa; perciò prosegue: Gesù rispondendo disse: È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo.

CRISOSTOMO: Infatti è una cosa diabolica cacciarsi nei pericoli e provare se Dio ci salva.

CIRILLO: Infatti Dio concede il suo aiuto non a chi lo tenta, ma a chi crede in lui. Perciò Cristo non faceva i miracoli a coloro che lo tentavano, ai quali anzi diceva (Mt 12,39): «Questa generazione malvagia e adultera domanda un segno, ma nessun segno le sarà dato».

CRISOSTOMO: Ora, guarda come il Signore non sia turbato, ché anzi con grande umiltà egli disputa sulla Scrittura con il nemico, cosicché, nella misura in cui ne sei capace, diventi simile a Cristo. Il demonio conosceva le armi di Cristo, nelle quali venne sconfitto. Cristo lo imprigionò con la mansuetudine e lo sconfisse con l’umiltà. Anche tu, quando vedi che un uomo è diventato un diavolo e viene a sfidarti, allo stesso modo cerca di sconfiggerlo. Insegna alla tua anima a rendere le sue parole simili a quelle di Cristo. Come infatti un giudice romano che siede in tribunale si rifiuta di ascoltare la risposta di uno che non sa parlare nella sua lingua, così anche il Cristo, a meno che tu non parli come lui, non ti ascolta e non ti protegge.

GREGORIO NISSENO: Ora, si pone fine alla lotta di chi combatte legalmente o perché l’avversario si arrende spontaneamente al vincitore, oppure perché, dopo tre abbattimenti, egli si arrende secondo le norme dell’arte della lotta. Perciò continua: Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

AMBROGIO: La Scrittura non avrebbe detto che tutte le tentazioni erano state esaurite, a meno che nelle tre tentazioni suddette non fosse inclusa la materia di tutti i misfatti: poiché le cause delle tentazioni sono le cause delle passioni, cioè il piacere della carne, la speranza della gloria e l’avidità del potere.

ATANASIO: Il nemico si accostò a lui come a un uomo, e non avendo trovato in lui alcun segno del suo antico seme, si allontanò.

AMBROGIO: Vedi dunque che il demonio non persevera ostinatamente sul campo di battaglia, ed è solito ritirarsi di fronte all’autentica virtù, e se non smette di invidiare, tuttavia teme di avanzare, perché frequentemente egli se ne torna via sconfitto. Così dopo aver udito il nome di Dio si allontanò, dice, per ritornare al tempo fissato. Infatti allora non verrà per tentare, ma per combattere apertamente.

TEOFILATTO: Oppure, dopo averlo tentato nel deserto con il piacere, il diavolo si allontana da lui fino alla crocifissione, quando lo tenterà con il dolore.

MASSIMO: Oppure nel deserto il diavolo aveva suggerito di preferire la materia del mondo all’amore divino, e il Signore gli ordinò di allontanarsi, e questo era un segno dell’amore divino. Allora, in seguito, si affannava a fare di lui uno che prevaricava nell’amore del prossimo, e perciò, mentre egli insegnava i sentieri della vita, il demonio incitava gli Scribi e i Farisei a tendergli delle insidie per indurlo a odiarli. Ma il Signore, in base all’amore che aveva per loro, li ammoniva, li riprendeva e non cessava di concedere loro dei benefici.

AGOSTINO: Ora, tutto questo in modo simile lo narra anche Matteo, ma non nello stesso ordine: perciò resta dubbio che cosa sia accaduto prima; se anzitutto gli siano stati mostrati i regni della terra e poi sia stato condotto sul pinnacolo del tempio, oppure, viceversa, prima abbia avuto luogo questo e poi quello. Ma per quanto riguarda la realtà ciò interessa poco, purché sia chiaro che entrambi i fatti sono accaduti.

MASSIMO: Il motivo tuttavia per cui un Evangelista colloca por primo un fatto e l’altro Evangelista un altro è che la vana gloria e l’avarizia si generano a vicenda.

ORIGENE: Ora Giovanni, poiché aveva Iniziato il suo Vangelo da Dio dicendo (1,1): «In principio era il Verbo», non descrisse le tentazioni del Signore, perché Dio non può essere tentato, e di lui egli scriveva; mentre in Matteo, Luca e Marco si descrive la generazione dell’uomo; ma l’uomo è uno che viene tentato, per cui Matteo, Luca e Marco descrissero la tentazione del Signore.