TERZA DOMENICA DI PASQUA – ANNO C


Vangelo Commentato dai Padri

TERZA DOMENICA DI PASQUA – ANNO C

Vangelo di Giovanni 21, 1-9

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E’ il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?», Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».

VERSETTI 1-11

Dopo questi fatti Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così. Si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: Io vado a pescare. Gli dissero: Veniamo anche noi con te. Allora uscirono e salirono sulla barca, ma in quella notte non presero nulla. Quando era già l’alba, Gesù si presentò alla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: Figlioli, non avete nulla da mangiare? Gli risposero: No. Allora disse loro: Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. La gettarono, e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: È il Signore! Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli, invece, vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane. Disse loro Gesù: Portate un po’ del pesce che avete preso or ora. Allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.

AGOSTINO: Ciò che l’Evangelista aveva premesso subito prima, in un certo modo indica la fine di questo libro; ma qui egli riferisce come il Signore si manifestò sul mare di Tiberiade. Perciò si dice: Dopo questi fatti Gesù si manifestò nuovamente ai suoi discepoli sul mare di Tiberiade.

CRISOSTOMO: Dice dopo perché non camminava insieme con loro come in precedenza. Inoltre dice: Si manifestò, poiché, essendo il suo corpo incorruttibile, non era visibile se non per una concessione. Poi ricorda il luogo per mostrare che il Signore aveva eliminato gran parte del loro timore, tanto che si allontanavano molto da casa, senza restare più chiusi dentro; ma si erano recati in Galilea, evitando così il pericolo dei Giudei.

BEDA: Secondo il suo uso, l’Evangelista riferisce anzitutto la causa, e poi riferisce come la cosa è avvenuta. Perciò prosegue: E si manifesto così.

CRISOSTOMO: Però, dato che il Signore non stava continuamente con loro, né era stato loro concesso lo Spirito Santo, né era stata loro affidata qualche missione, si dedicavano all’arte della pesca. Per cui segue: E si manifestò così: Si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, quello chiamato da Filippo, i figli di Zebedeo, cioè Giacomo e Giovanni, e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: Io vado a pescare.

GREGORIO: Ci si può chiedere perché Pietro, che prima della conversione era pescatore, dopo la conversione abbia fatto ritorno alla pesca, mentre la Verità dice (Lc 9,62): «Chiunque, dopo aver messo la mano all’aratro, si volge indietro, non è adatto al Regno di Dio».

AGOSTINO: Se, morto il Signore, i discepoli avessero fatto questa cosa prima che egli risorgesse dai morti, avremmo pensato che facevano ciò che avevano in mente indotti dalla disperazione. Ma ora, dopo che era tornato vivo dal sepolcro, dopo che ebbero esaminato il posto delle sue ferite, dopo avere ricevuto il soffio dello Spirito Santo, subito diventano ciò che erano prima, cioè pescatori non di uomini, ma di pesci. Perciò si deve osservare che a loro non era stato vietato di cercarsi il cibo necessario con la loro arte, salvaguardando l’integrità del proprio apostolato, qualora non avessero avuto altro di cui vivere. Infatti, se il beato Apostolo non si avvaleva con gli altri del suo potere, che indubbiamente aveva assieme agli altri predicatori del Vangelo, ma si guadagnava da vivere con il proprio salario, affinché i Gentili che erano ancora lontani dal nome di Cristo non fossero offesi da un insegnamento apparentemente venale, per cui apprese un’arte che prima non conosceva, sicché, mentre il maestro lavorava con le proprie mani nessun ascoltatore fosse oberato, quanto più Pietro, che era già stato un pescatore, tornò a fare ciò che conosceva, non avendo trovato per quel tempo qualche altra cosa con cui mantenersi. Ma qualcuno risponderà: ma come poteva non trovarla se nostro Signore promette (Mt 6,33): «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato per giunta»? Indubbiamente anche il Signore adempì ciò che promise; infatti chi altri procurò loro i pesci? E chi permise in loro una povertà tale da costringerli ad andare a pescare se non colui che aveva predisposto di compiere un miracolo?

GREGORIO: Perciò l’occupazione che prima della conversione era stata svolta senza peccato, dopo la conversione poté essere rinnovata senza colpa; e così, dopo la sua conversione, Pietro ritorna a pescare, mentre Matteo non ritorna all’occupazione della sua esattoria. Infatti ci sono molte occupazioni che mai, o molto raramente, si possono compiere senza peccato. Perciò, a quelle che implicano il peccato, è necessario che l’animo non faccia ritorno dopo la conversione.

CRISOSTOMO: Gli altri discepoli seguivano Pietro; per cui si dice: Gli dissero: Veniamo anche noi con te; erano infatti legati tra loro, e anch’essi volevano vedere la pesca. Quindi segue: Allora uscirono e salirono sulla barca. E pescavano di notte perché erano ancora timorosi.

GREGORIO: Ora, per i discepoli ci fu una grande difficoltà nella pesca; e ciò affinché, con l’arrivo del maestro, ci fosse molto di cui meravigliarsi; quindi segue: Ma in quella notte non presero nulla.

CRISOSTOMO: Gesù viene in aiuto dei suoi discepoli affaticati e afflitti, perciò segue: Quando era già l’alba, Gesù si presentò alla riva, ma i suoi discepoli non si erano accorti che era Gesù. Infatti non si rivela subito e vuole anzitutto iniziare con loro un discorso; in un primo momento parla loro umanamente; infatti segue: Gesù disse loro: Figlioli, non avete nulla da mangiare? Dice così come se volesse acquistare da loro qualcosa. Ma poiché erano intimoriti, mostrò loro un segno da cui potessero riconoscerlo; infatti continua: Allora disse loro: Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. Da qui in poi avvennero logicamente molte cose, di cui la prima fu che presero molti pesci; perciò segue: La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Ma nel riconoscere Cristo Pietro e Giovanni mostrarono le loro proprie modalità. Infatti Giovanni era più perspicace, e quindi conobbe Cristo per primo; per cui segue: Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: È il Signore!

BEDA: L’Evangelista con queste parole, come fa spesso, indica la sua persona. Riconosce per primo il Signore o dal miracolo della pesca, o dal suono della sua voce, oppure ricordando una pesca precedente.

CRISOSTOMO: Pietro però era più fervente, per cui andò a Cristo con maggior prontezza. Quindi segue: Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto poiché era spogliato.

BEDA: Ora, si dice che Pietro era nudo in riferimento agli altri vestiti che era solito portare; come quando vediamo qualcuno vestito con una veste semplice e diciamo: perché te ne vai nudo? Oppure si può pensare che, secondo l’usanza dei pescatori, andava nudo per l’impegno della pesca.

TEOFILATTO: Il fatto che Pietro si cinse i fianchi è segno di pudore; ora, si cinse con il camiciotto di lino con cui i Fenici e i pescatori di Tiro si coprono quando sono nudi, oppure lo mettono sopra gli altri vestiti.

BEDA: Con lo stesso ardore con cui faceva le altre cose viene da Gesù. Perciò segue: E si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca. Ma non si deve pensare che abbia camminato sulle acque, ma fece ciò o nuotando o avanzando con i propri piedi, poiché erano vicini alla terra. Per cui segue: Infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.

GLOSSA: Qui c’è un’interposizione: infatti segue: Trascinando la rete piena di pesci, affinché l’ordine del testo sia: Gli altri discepoli invece vennero con la barca trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani ecc.

CRISOSTOMO: Poi viene indicato un altro segno quando soggiunge: Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra e del pane. Egli non opera più su materiali già esistenti, ma in un modo ancor più meraviglioso; mostrando cioè che era stato per disposizione divina anche il fatto di avere operato miracoli su un materiale preesistente, prima della crocifissione.

AGOSTINO: Qui non si deve intendere che il pane era posto sopra la brace, ma come se dicesse: videro la brace e il pesce posto al di sopra, e videro il pane.

CRISOSTOMO: Per mostrare che l’accaduto non si riferiva a un fantasma, ordinò che gli fossero portati dei pesci che avevano preso; prosegue infatti: Disse loro Gesù: Portate un po’ del pesce che avete preso or ora. Poi segue un altro miracolo, cioè che la rete non si ruppe nonostante la grande quantità di pesci. Perciò continua: Allora Simon Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di cento-quarantatré grossi pesci, e benché fossero tanti la rete non si spezzò.

AGOSTINO: In senso mistico, con la cattura dei pesci egli mostra il mistero della Chiesa, come essa sarà alla risurrezione finale dei morti. E per chiarire ciò lo pone quasi alla fine del libro, il che sarebbe stato anche come il proemio di una futura narrazione. Il numero sette poi, che era il numero dei sette discepoli che erano andati a pescare, significa la fine dei tempi, poiché il tempo viene contato con periodi di sette giorni.

TEOFILATTO: Poiché era notte, prima della presenza del sole, cioè di Cristo Profeta, non presero nulla; perché, sebbene si sforzassero di correggere il popolo di Israele, esso cadeva frequentemente nell’idolatria.

GREGORIO: Ma ci si può chiedere perché, mentre i discepoli si affaticavano nel mare, dopo la sua risurrezione egli si fermò sulla spiaggia, quando al contrario, prima della risurrezione, camminò sui flutti del mare dinanzi ai suoi discepoli. Ma il mare significa il mondo presente, che si trova sbattuto per varie cause dai tumulti e dalle onde della vita corruttibile; con la solidità del lido invece viene figurata la perpetuità della quiete eterna. Ma poiché i discepoli erano ancora circondati dai flutti della vita mortale, si affaticavano nel mare; invece il nostro Redentore, avendo superato la corruzione della carne, dopo la risurrezione se ne stava fermo sulla spiaggia.

AGOSTINO: La spiaggia è anche la fine del mare, e quindi significa la fine del mondo. Infatti, come nel presente testo si rappresenta la Chiesa quale sarà alla fine del mondo, così, mediante l’altra pesca, si rappresenta la Chiesa quale è attualmente; perciò il Signore là non si trovava sulla spiaggia, ma salì su una barca che era di Simone e lo invitò ad allontanarsi un pochino da terra. Nell’altra pesca non gettarono le reti solo sulla destra, per non indicare solo i buoni, e neppure solo sulla sinistra, per non indicare solo i cattivi, ma in modo indifferente; dice infatti (Lc 5,4): «Calate le vostre reti per la pesca», affinché pensiamo che i buoni e i cattivi sono mischiati, mentre qui dice: Gettate la rete dalla parte destra della barca, per indicare che sulla destra c’erano soltanto i buoni. Egli fece una cosa all’inizio della sua predicazione, mentre fece l’altra dopo la sua risurrezione; là mostrando che con quella cattura significava sia i buoni sia i cattivi che ora si trovano nella Chiesa, mentre qui significa solo i buoni che formeranno la Chiesa in eterno, alla fine del mondo, quando sarà completata la resurrezione dei morti. Ma coloro che appartengono alla resurrezione della vita, cioè alla destra, e sono presi nella rete del nome di Cristo, compariranno soltanto sulla spiaggia, cioè alla fine del mondo dopo la risurrezione; per questo non erano in grado di tirare la rete sulla barca e scaricarvi i pesci che avevano preso, come avevano fatto altre volte. La Chiesa conserva questi della destra, dopo la morte, nel sonno della pace, come nascosti nel profondo, fino a quando arriveranno sulla spiaggia. Ma ciò che all’inizio della pesca era distribuito sulle due barche, in questo luogo penso che sia rappresentato dai duecento cubiti, come se fossero cento e cento, in modo che siano indicati gli eletti di entrambi i generi, i circoncisi e i non circoncisi.

BEDA: Oppure con i duecento cubiti si esprimono entrambe le virtù della carità: infatti con l’amore verso Dio e verso il prossimo ci accostiamo a Cristo. Ora, il pesce arrostito è Cristo che ha patito. Egli si è degnato di stare nascosto nelle acque della natura umana e di essere preso nella rete della nostra notte; ed essendo divenuto un pesce assumendo l’umanità, si fece pane per noi, nutrendoci con la sua divinità.

GREGORIO: Ora, la Santa Chiesa è stata affidata a Pietro; perciò a lui si dice in modo particolare (v. 17): Pasci le mie pecorelle. E ciò che in seguito viene svelato con le parole, ora viene indicato con le opere. Lui stesso, infatti, tira i pesci sulla solidità della spiaggia, poiché mostra ai fedeli la stabilità della patria eterna. Egli fece ciò con le parole, ciò con le lettere, ciò fa ogni giorno con il segno dei miracoli. Ma dopo avere detto che la rete era ripiena di pesci, se ne precisa anche la quantità, e questo è quanto viene soggiunto: piena di centocinquantatré grossi pesci.

AGOSTINO: Nella precedente pescagione non viene indicato il numero dei pesci, come se accadesse quello che è stato predetto dal Profeta (Sal 39,6): «Lo predico e lo dico: si sono moltiplicati oltre ogni numero», mentre qui il numero è certo, e di esso si deve dare ragione. Il numero che significa la legge è dieci, dai dieci comandamenti. Ma quando alla legge si unisce la grazia, cioè alla lettera lo spirito, in un certo modo al numero dieci si aggiunge il numero sette, e con il numero sette si indica lo Spirito Santo, al quale appartiene propriamente la santificazione. Infatti la santificazione si trova nella legge anzitutto con riferimento al settimo giorno. Anche Isaia loda lo Spirito Santo per la sua opera o ufficio settenario. Il numero sette dello Spirito aggiunto al numero dieci della legge fa diciassette; e i numeri da uno a diciassette, sommati l’uno all’altro, fanno centocinquantatré.

GREGORIO: Diciassette per tre fa cinquantuno. Ora, nel cinquantesimo anno tutto il popolo riposava da ogni attività. Ma il vero riposo sta nell’unità. Infatti, dove c’è divisione, non ci può essere vero riposo.

AGOSTINO: Dunque non si vuole significare che solo centocinquantatré santi risorgeranno alla vita eterna, ma questo numero raffigura tutti coloro che partecipano della grazia dello Spirito Santo; esso poi contiene tre volte cinquanta, più tre con riferimento al mistero della Trinità. Ora, il numero cinquanta si ottiene moltiplicando sette per sette e aggiungendo uno. E si aggiunge l’uno per significare che ciascuno di essi è uno. E anche il fatto che fossero grandi pesci non è privo di significato. Infatti, quando il Signore dice (Mt 5,17): «Non sono venuto per distruggere la legge e i profeti, ma per completarli», concedendo lo Spirito Santo per mezzo del quale la legge può essere compiuta, quasi subito dopo dice (v. 19): «Chi metterà in pratica questi precetti e li insegnerà sarà chiamato grande nel regno dei cieli». Ora, nella prima pescagione, per significare gli scismi si dice che la rete si rompeva; invece qui, poiché in quella grande pace dei santi non ci sarà alcuno scisma, spetta all’Evangelista dire conseguentemente: E benché fossero tanti, ossia assai grandi, la rete non si spezzò, come alludendo al caso precedente in cui si era spezzata, e facendo un confronto con quel male, raccomandare questo bene.

VERSETTI 12-14

Gesù disse loro: “Venite a mangiare”, e nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, perché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

AGOSTINO: Effettuata la pesca, il Signore li invita a pranzo; per cui si dice: Gesù disse loro: Venite a mangiare.

CRISOSTOMO: Qui non dice che mangiò con loro; mentre Luca lo afferma. Ora, ciò accadde non perché la sua natura avesse bisogno di cibo, ma per dimostrare la realtà della resurrezione.

AGOSTINO: I corpi dei giusti, quando risorgeranno, non avranno bisogno né del legno della vita per non morire di malattia o di vecchiaia, né di altri cibi corporei per impedire la fame e la sete. Poiché saranno dotati del dono sicuro e inviolabile dell’immortalità, sicché non mangeranno per necessità, ma saranno in grado di mangiare volendolo. Non il potere, ma la necessità di mangiare e bere sarà eliminata in loro; come anche il Salvatore, dopo la resurrezione, con la carne spirituale ma vera, prese il cibo e l’acqua con i suoi discepoli non perché avesse bisogno di alimenti, ma per l’esercizio di un suo potere. Segue: E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?” “, poiché sapevano bene che era il Signore.

AGOSTINO: Nessuno osava dubitare che fosse lui: infatti era talmente grande l’evidenza della verità che nessuno di loro osava non solo negare, ma neppure dubitare: poiché, se avessero dubitato, lo avrebbero interrogato.

CRISOSTOMO: Oppure dice questo perché non avevano la stessa confidenza di parlare con lui come prima, ma, stando seduti in silenzio e con riverenza, prestavano una grande attenzione a ciò che egli diceva, e vedendolo sotto una nuova forma, ripieni di ammirazione e assai stupefatti, non volevano interrogarlo. Il timore per il fatto di sapere che era il Signore li tratteneva dall’interrogarlo, e si limitavano a mangiare quello che egli offriva loro nell’esercizio del suo potere. Qui egli non guarda in alto verso il cielo, né compie cose umane, mostrando che quelle cose accadevano grazie alla sua condiscendenza; per cui soggiunge: Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

AGOSTINO: In senso mistico il pesce fritto è Cristo che ha patito; egli è il pane disceso dal cielo; a lui viene incorporata la Chiesa per partecipare alla beatitudine eterna; perciò si dice: Portate un po’ del pesce che avete preso or ora, affinché noi tutti, che coltiviamo questa speranza, per mezzo di quel numero sette dei discepoli, per cui in questo testo può essere raffigurata la Chiesa universale, possiamo comunicare a un così grande sacramento, e siamo ammessi alla medesima beatitudine.

GREGORIO: Per il fatto di celebrare l’ultimo banchetto con sette discepoli, annuncia che solo quanti sono pieni della grazia settiforme dello Spirito Santo saranno con lui nel banchetto eterno. Anche tutto questo tempo viene calcolato a periodi di sette giorni, e la perfezione è spesso indicata con il numero sette. Perciò con quell’ultimo banchetto si cibano della presenza della verità coloro che attualmente per l’amore della perfezione trascendono le realtà terrene.

CRISOSTOMO: Ma poiché non viveva ininterrottamente con loro, né allo stesso modo di prima, l’Evangelista soggiunge: Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli dopo essere risuscitato dai morti.

AGOSTINO: Ciò fa riferimento non alle manifestazioni, ma ai giorni; cioè prima di tutto al giorno della risurrezione, poi a otto giorni dopo, quando Tommaso vide e credette, e poi a questo giorno, quando fece il miracolo dei pesci, e poi tutte le volte in cui volle, fino al quarantesimo giorno in cui sali al cielo.

AGOSTINO: Ora, noi troviamo che dai quattro Evangelisti viene ricordato che una decina di volte il Signore fu visto dopo la resurrezione: la prima volta presso il sepolcro dalle donne; la seconda volta dalle stesse donne quando, durante il viaggio, ritornano dal sepolcro; la terza volta da Pietro; la quarta volta dai due che si recavano al villaggio; la quinta volta da molti in Gerusalemme mentre Tommaso era assente; la sesta volta quando lo vide Tommaso; la settima volta presso il mare di Tiberiade; l’ottava volta da tutti gli undici sul monte della Galilea, secondo Matteo; la nona volta, come dice Marco, quando consumò il pasto per l’ultima volta con i suoi discepoli, poiché sulla terra non avrebbe più mangiato con loro; la decima volta nel giorno stesso dell’ascensione, quando non lo videro più sulla terra, ma mentre saliva in cielo su una nube.

VERSETTI 15-16

Quand’ebbero mangiato. Gesù disse a Simon Pietro: Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro? Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti amo. Gli disse: Pasci i miei agnelli. Gli disse di nuovo: Simone di Giovanni, mi ami? Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti amo. Gli disse: Pasci le mie pecorelle. Gli disse per la terza volta: Simone di Giovanni, mi ami?. Pietro fu contristato per il fatto che Gesù gli aveva domandato per la terza volta: Mi ami?, e gli disse: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo. Gli rispose Gesù: Pasci le mie pecorelle.

TEOFILATTO: Terminato il pranzo, affida a Pietro, e non ad altri, l’incarico delle pecore di tutto il mondo, per cui si dice: Quand’ ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?

AGOSTINO: Conoscendolo, il Signore lo interroga: infatti il Signore sapeva non solo che lo amava, ma che lo amava più degli altri.

ALCUINO: Ora egli viene chiamato Simone di Giovanni, cioè figlio di Giovanni secondo la paternità carnale. Ma in senso mistico Simone significa obbediente, e Giovanni significa grazia; e viene giustamente chiamato con questo nome, cioè obbediente alla grazia di Dio, perché sia evidente che egli è abbracciato da una carità più grande non per merito umano, ma per grazia divina.

AGOSTINO: Pietro, mentre Gesù stava per morire, ebbe paura e lo rinnegò; invece, quando Gesù risorge, riempie d’amore il suo cuore e mette in fuga la paura; infatti, quando negò, aveva paura di morire, ma quando Gesù risorge, che cosa può più temere, dopo che il Salvatore ha distrutto la morte? Perciò segue: Gli rispose: Certo, Signore, tu sai che ti amo. Ora, a chi confessa il suo amore, il Signore affida le sue pecore; perciò prosegue: Gli disse: Pasci le mie pecorelle, come se non ci fosse altro luogo in cui Pietro potesse mostrare a Cristo il suo amore se non essendo un pastore fedele sotto il capo di tutti i pastori.

CRISOSTOMO: Ciò che attira il divino amore più d’ogni altra cosa è la cura e l’amore del prossimo. Ora, il Signore, mettendo in disparte gli altri, parla a Pietro di loro: infatti Pietro era il più insigne degli Apostoli e la bocca dei discepoli, e il capo del collegio apostolico; per cui, distrutto il rinnegamento, gli affida la sovraintendenza sui fratelli. E non lo rimprovera per il suo rinnegamento, ma gli dice: se mi ami presiedi ai tuoi fratelli, e mostra ora quell’amore fervente che hai dimostrato in ogni cosa; e quella vita che dicevi di essere pronto a dare per me, ora offrila per le mie pecorelle. Poi continua: Gli disse di nuovo: Simone di Giovanni, mi ami? Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti amo.

AGOSTINO: Giustamente si dice a Pietro: Mi ami?, ed egli risponde: Ti amo; dove si mostra che l’amore e l’affetto sono la stessa cosa; infatti alla fine il Signore non gli dice: mi ami?, ma: Amami. Segue: Gli disse per la terza volta: Simone di Giovanni, mi ami? Il Signore domanda una terza volta se Pietro lo ama. Tre sono le confessioni che corrispondono alle tre negazioni, affinché la lingua non serva meno all’amore che al timore; e la morte imminente non evochi più voce che la vita presente.

CRISOSTOMO: Per una terza volta presenta la stessa domanda e dà lo stesso comando, per mostrare quanto gli stava a cuore la supervisione delle sue pecorelle, e che questo era per lui il massimo segno dell’amore.

TEOFILATTO: Da ciò è invalsa l’abitudine che quanti ricevono il battesimo facciano una triplice confessione.

CRISOSTOMO: Poi, interrogato per una terza volta, rimase turbato: Pietro fu contristato per il fatto che Gesù gli aveva domandato per la terza volta: “Mi ami?”. Forse temeva di venire nuovamente rimproverato, poiché forse affermava di amare quando non amava, ritenendosi molto forte; perciò si rifugia presso lo stesso Cristo. Per cui segue: E gli disse: Signore, tu sai tutto, cioè le cose ineffabili del cuore, presenti e future.

AGOSTINO: Fu contristato perché veniva interrogato più volte da colui che sapeva quello che domandava, e concedeva quello che ascoltava. Perciò risponde in modo verace, e dall’intimo del suo cuore proferì la voce di chi ama dicendo: Tu sai che ti amo.

AGOSTINO: Non aggiunge: “più di costoro”; egli risponde ciò che sa di sé stesso; infatti chi non poteva vedere il cuore degli altri non poteva sapere con quale amore fosse da loro amato. Poi continua: Gli rispose Gesù: Pasci le mie pecorelle. Come se dicesse: sia tuo dovere pascere il gregge del Signore, come fu un segno di paura negare il Pastore.

TEOFILATTO: Qualcuno può indicare una differenza tra gli agnelli e le pecore: gli agnelli sono introdotti (nella fede), mentre le pecore sono i perfetti.

ALCUINO: Pascere le pecore è confortare i credenti in Cristo perché non perdano la fede, provvedere i sudditi di aiuti terreni se ne hanno bisogno, sostenere con la parola della predicazione gli esempi delle virtù, resistere agli avversari, correggere i sudditi che sbagliano.

AGOSTINO: Coloro che pascono le pecorelle di Cristo come se fossero loro proprie e non di Cristo mostrano chiaramente che amano sé stessi e non Cristo; che sono mossi dal desiderio della gloria o del potere o del guadagno, e non dall’amore per obbedire, servire e piacere a Dio. Cerchiamo quindi di amare non noi stessi, ma lui, e pascendo le sue pecore non cerchiamo le nostre cose, ma le cose di Dio. Infatti chi ama sé stesso e non Dio, non ama veramente sé stesso: chi infatti non può vivere di se stesso, amando se stesso certamente muore; quindi non può amare sé stesso chi ama sé stesso per non vivere. Mentre quando viene amato colui per mezzo del quale viviamo, non amiamo maggiormente noi stessi quando amiamo noi stessi, poiché non amiamo noi stessi per amore di colui per il quale viviamo.

AGOSTINO: Ma ci sono stati dei servi infedeli che hanno diviso il gregge di Cristo, e con i loro furti hanno accumulato un patrimonio; e allora li senti dire: quelle pecore sono mie, perché cerchi le mie pecore? Non lascerò che ti accosti alle mie pecore. Così, se anche noi le diciamo nostre in questo modo, ed essi le dicono loro, Cristo ha perduto le sue pecore.

VERSETTI 18-19a

In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi. Questo gli disse per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio.

CRISOSTOMO: Quando il Signore parlò a Pietro dell’amore che aveva per lui, gli predice il martirio che avrebbe dovuto sostenere; volendo così insegnarci in che modo lo dobbiamo amare-, per cui dice: In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi. Gli ricorda la vita precedente, perché da giovani, nelle cose mondane, si è utili, mentre, quando si diventa vecchi si è inutili. Invece nelle cose divine non è così; infatti, quando arriva la vecchiaia, la virtù è più luminosa, la virilità più forte; la vecchiaia non costituisce un ostacolo alla grazia. Perciò, poiché Pietro nei pericoli voleva essere sempre con Cristo, questi gli dice: abbi fiducia, compirò il tuo desiderio in modo tale che ciò che non hai sofferto quando eri giovane, lo soffrirai da vecchio; per cui segue: Quando sarai vecchio; con ciò si mostra che allora non era né giovane né vecchio, ma era un uomo perfetto.

ORIGENE: Fa’ attenzione che non è facile trovare qualcuno, tra coloro che erano in grado di compiere un lavoro, che passi in fretta da questa vita; per cui ora si dice a Pietro: Quando sarai vecchio tenderai le tue mani.

AGOSTINO: Cioè: sarai crocifisso. Ora, affinché tu arrivi a ciò, un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi. Prima ha detto ciò che avverrà, poi come avverrà; non solo sarà crocifisso, ma per essere crocifisso sarà condotto dove non vuole. Indubbiamente egli desiderava di essere liberato dal corpo insieme con Cristo, ma, se fosse stato possibile, bramava la vita eterna senza il tormento della morte; al quale tormento giunse senza volerlo, ma lo vinse volendo e trionfando sui sentimenti umani, così naturali in ognuno di noi che neppure la vecchiaia poté toglierli a Pietro. Ma per quanto grande sia il tormento della morte, la forza dell’amore deve sconfiggerlo, vale a dire dell’amore con cui si ama colui che, essendo la nostra vita, ha voluto sopportare persino la morte per noi. Infatti, se non ci fosse la morte o il tormento fosse piccolo, non sarebbe molto grande la gloria del martirio.

CRISOSTOMO: Dice dunque: dove tu non vuoi, a causa del naturale compatimento dell’anima che contro la sua volontà viene separata dal corpo; un istinto istillato da Dio per impedire agli uomini di procurarsi una morte violenta. Poi, sollevando la mente dell’ascoltatore, l’Evangelista dice: Questo gli disse per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Non dice che sarebbe morto, affinché tu impari che patire per Cristo è una gloria e un onore per chi patisce. Infatti, se l’animo non è sicuro che egli è il vero Dio, in nessun modo sopporterebbe con il suo sguardo la morte. Così avviene che la morte dei santi è certezza della gloria divina.

AGOSTINO: Colui che aveva rinnegato e amato morì con un perfetto amore per colui al quale aveva promesso di morire con una fretta errata. Era infatti necessario che prima Cristo morisse per la salvezza di Pietro, e poi Pietro morisse per il Vangelo di Cristo.

VERSETTO 19b

E detto questo aggiunse: Seguimi.

AGOSTINO: Il Signore, avendo predetto a Pietro con quale morte avrebbe glorificato Dio, lo invita a seguirlo; per cui si dice: E detto questo aggiunse: Seguimi. Perché si dice a Pietro: Seguimi, e non viene detto agli altri che erano presenti, i quali, come discepoli, seguivano il loro maestro? Se ci si riferisce alla passione, forse che solo Pietro ha patito per la verità cristiana? Non c’era lì anche Giacomo, del quale si dice che fu ucciso da Erode? Ma qualcuno potrà dire che Giacomo non fu crocifisso, e che fu giustamente diretto a Pietro questo Seguimi, poiché egli non solo morì, ma anche sopportò la morte di croce, come aveva fatto Cristo.

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