VENTESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO – ANNO C


Vangelo Commentato dai Padri

VENTESIMA DOMENICA TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Vangelo di Luca 12, 49-57

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò è giusto?

VERSETTI 49-53

Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato finché non sia compiuto!  Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D’ora in poi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre; madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera.

AMBROGIO: Agli amministratori, cioè ai sacerdoti, sembra che le parole precedenti siano state indirizzate affinché essi sappiano che in futuro li attende un castigo più grave se, assorbiti nei piaceri del mondo, hanno trascurato l’incarico della casa del loro Signore e del popolo affidato alle loro cure. Ma siccome si fa poco progresso con l’essere richiamati dall’errore per il timore della pena, perciò il Signore accende negli uomini il desiderio di ottenere la natura divina, dicendo: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. Non perché egli sia il distruttore dei buoni, ma l’autore della buona volontà, che purifica i vasi d’oro della casa del Signore, mentre distrugge il fieno e la paglia.

CIRILLO: Ora, è un costume della sacra Scrittura di chiamare fuoco le sacre e divine parole; infatti come coloro che sanno come purificare l’oro e l’argento distruggono la ruggine con il fuoco, cosi il Salvatore con l’insegnamento del Vangelo nella potenza dello Spirito purifica le menti di coloro che credono in lui. Perciò questo è quel fuoco utile e salutare con cui gli abitanti della terra, in qualche modo freddi e spenti per il peccato, sono riaccesi alla vita di pietà.

CRISOSTOMO: Ora, con la terra egli non intende quella che noi calpestiamo con i piedi, ma quella che viene plasmata dalle mani dell’uomo, nel quale il Signore infonde il fuoco per la distruzione dei peccati e per il rinnovamento delle anime.

TITO: Ora, è necessario comprendere che egli è disceso dal cielo: infatti, se venisse in terra dalla terra, non direbbe: sono venuto a portare il fuoco sulla terra.

CIRILLO: Di questo fuoco il Signore accelerava la fiamma; per questo prosegue: e come vorrei che fosse già acceso! Infatti alcuni tra i Giudei, tra i quali i primi furono i santi Apostoli, credevano che il fuoco, una volta acceso nella Giudea, dovesse poi occupare tutta la terra, ma non fino a quando l’economia della sua Passione non fosse stata compiuta. Perciò continua: C’è un battesimo che devo ricevere. Infatti prima della sua croce adorata e della sua risurrezione dai morti soltanto nella Giudea c’era la notizia della sua predicazione e dei suoi miracoli; ma dopo che i folli Giudei uccisero il principe della vita, egli ordinò agli Apostoli (Mt 28,19): «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni».

GREGORIO: O in un altro modo. Il fuoco viene portato sulla terra quando dal soffio infuocato dello Spirito Santo i desideri carnali dell’anima vengono bruciati, e, infiammata dall’amore spirituale, l’anima piange il male che ha fatto, e così la terra arde quando, mentre la coscienza accusa sé stessa, il cuore del peccatore si consuma nel dolore della penitenza.

BEDA: Poi aggiunge: C’è un battesimo che devo ricevere, cioè prima devo essere spruzzato con le gocce del mio sangue, e così infiammare il cuore dei credenti con il fuoco dello Spirito.

AMBROGIO: Ma la condiscendenza del Signore è così grande che egli ci dice che desidera ispirarci la devozione, compiere in noi la perfezione e affrettare la sua Passione per noi; perciò prosegue: e come sono angosciato finché non sia compiuto! Alcuni codici hanno coangor, cioè sono rattristato: infatti, pur non avendo in sé stesso nulla di cui dolersi, tuttavia egli era afflitto per le nostre pene, e nel momento della morte manifestò l’angoscia che dovette affrontare non per la paura della morte, ma per il differimento della nostra redenzione. Infatti chi è angustiato fino al raggiungimento della perfezione, è già sicuro della perfezione, poiché non la paura della morte, ma la condizione della disposizione corporea lo conturba: infatti chi assume il corpo deve subire tutte le cose che sono proprie del corpo, come avere fame, sete, angustiarsi e contristarsi. Ma la natura divina non conosce alcun cambiamento per queste disposizioni. Inoltre egli fa anche vedere che nel combattimento della Passione la morte del corpo fu liberazione dall’ansietà, non incremento del dolore.

BEDA: Poi, dopo il battesimo della sua Passione, dopo la venuta del fuoco spirituale con cui la terra fu incendiata, egli dichiara: Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.

CIRILLO: Che cosa dici, o Signore? Non sei venuto a portare la pace, tu che sei diventato per noi la pace? Facendo la pace tra le cose celesti e quelle terrestri con la croce: tu che hai detto (Gv 14,27): «Vi do la mia pace». Ora, è evidente che la pace è utile, ma talvolta è dannosa, in quanto separa dall’amore divino, cioè quando con essa noi ci uniamo con coloro che allontanano da Dio. Per questo motivo egli ci insegna a evitare i vincoli terreni. Perciò prosegue: D’ora in poi, in una casa di cinque persone, si divideranno tre contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre.

AMBROGIO: Sebbene i rapporti di sottomissione sembrino coinvolgere sei persone: il padre e il figlio, la madre e la figlia, la suocera e la nuora, di fatto sono cinque: infatti la madre può essere presa anche come suocera; poiché quella che è madre rispetto al figlio, è suocera rispetto a sua moglie.

CRISOSTOMO: Con ciò egli presenta un evento futuro. Infatti accadeva che nella stessa casa uno volesse essere credente, mentre il padre lo volesse costringere all’incredulità; ma il potere della dottrina di Cristo ebbe un tale sopravvento che i padri furono abbandonati dai figli, le madri dalle figlie, i figli dai genitori. Infatti ai fedeli di Cristo non piacque soltanto disprezzare le cose proprie, ma anche soffrire qualsiasi cosa, pur di non perdere il culto della loro fede. Ma se egli fosse un puro uomo, donde poté giungere a concepire come possibile di essere amato dai padri più che i figli, dai figli più che i padri e dai mariti più che le mogli, e questo non in una sola casa o in cento, ma su tutta la terra; e questo non lo ha semplicemente predetto, ma lo ha anche portato a compimento.

AMBROGIO: Invece secondo l’interpretazione mistica una è la casa e uno è l’uomo. Ma spesso leggiamo che sono due, l’anima e il corpo. Se però le due cose si uniscono, ciascuna svolge la sua parte: una obbedisce e l’altra comanda. Ora, tre sono le affezioni dell’anima, una quella razionale, l’altra quella irascibile e la terza quella concupiscibile. Perciò due sono divise contro tre e tre contro due. Infatti con la venuta di Cristo l’uomo che era irrazionale è diventato razionale. Eravamo carnali, terreni; Dio ha mandato il suo Spirito nei nostri cuori e siamo diventati figli spirituali. Possiamo anche dire che in questa casa ci sono altri cinque elementi: cioè l’odorato, il tatto, il gusto, la vista e l’udito. Se infatti secondo quelle cose che ascoltiamo o leggiamo con il senso della vista o dell’udito escludiamo i piaceri superflui del corpo che sono percepiti con il gusto, il tatto e l’odorato, noi dividiamo due sensi contro tre, poiché l’abitudine della mente non viene catturata dagli adescamenti dei vizi. Oppure, se intendiamo i cinque sensi corporei, i vizi e i peccati del corpo sono già divisi tra loro. La carne e l’anima possono sembrare separate dall’odorato, dal tatto e dal gusto dei piaceri sensuali; infatti il sesso più forte rappresentato dalla ragione è spinto da molti sentimenti, i quali cercano di rendere la ragione più molle. Così da essi emergono i moti di vari desideri; ma dove l’anima rientra in sé stessa, essa rinnega i discendenti degeneri. Inoltre la carne si lamenta di essere incatenata dai suoi desideri, che essa stessa ha generato, come dai rovi del mondo; ma come una nuora del corpo e dell’anima la voluttà è sposata ai moti dei cattivi desideri. Perciò, finché in una casa dove dominano i vizi rimane un comune accordo, non sembra che esista alcuna divisione; ma dove il Cristo porta sulla terra il fuoco, con cui distrugge i crimini del cuore, oppure la spada che colpisce i segreti del cuore, allora la carne e l’anima, rinnovate dai misteri della rigenerazione, eliminano i legami della loro discendenza, sicché si divideranno i padri contro i figli, mentre l’uomo intemperante si libera dai suoi desideri intemperanti, e l’anima si libera dalla compagnia della colpa. Inoltre i figli si dividono dai genitori quando gli uomini ormai rinnovati rinunciano ai loro vizi antichi, e il piacere giovanile ricusa la disciplina di una casa troppo severa.

BEDA: Oppure in un altro modo. Con il tre si indicano coloro che hanno la fede nella Trinità; con il due gli infedeli che dissentono dall’unità della fede. Il padre è il diavolo, del quale noi eravamo figli imitandolo; ma quando è venuto quel fuoco celeste, ci ha separati gli uni dagli altri e ci ha mostrato un altro Padre che sta nei cieli. La madre è la Sinagoga, la figlia è la Chiesa antica, che dovette sopportare la persecuzione di quella stessa Sinagoga da cui trasse la propria origine, e che essa contraddisse con la verità della fede. La suocera è la Sinagoga, la nuora è la Chiesa dei Gentili; poiché lo sposo della Chiesa di Cristo è figlio della Sinagoga secondo la carne. Perciò la Sinagoga è divisa contro la nuora e contro la figlia, poiché perseguita i credenti di ciascun popolo; ma esse sono divise anche contro la suocera e la madre, perché non vogliono accogliere la circoncisione della carne.

VERSETTI 54-57

Diceva poi alle folle: Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?

TEOFILATTO: Avendo trattato della predicazione e avendola chiamata spada, i suoi ascoltatori potevano essere turbati non sapendo che cosa volesse dire; perciò il Signore soggiunge che, come si possono conoscere le disposizioni del cielo mediante certi segni, allo stesso modo essi possono conoscere la sua venuta; e questo è quanto egli dice: Quando vedete una nuvola salire da ponente subito dite: viene la pioggia, e così accade; quando soffia lo scirocco dite: ci sarà caldo e così accade; come se dicesse: le mie parole e le mie opere mi presentano come contrario a voi; potreste quindi pensare che io non sono venuto a portare la pace, ma la pioggia e la tempesta. Infatti io sono la nube e vengo dall’occidente, ossia dalla natura umana in precedenza rivestita da una grande caligine di peccati; sono anche venuto a portare il fuoco, cioè a fomentare il caldo; infatti io sono il caldo vento australe opposto al freddo vento boreale.

BEDA: Oppure quelli che dal cambiamento potevano facilmente conoscere le condizioni del tempo, potrebbero, se vogliono, in base ai detti dei Profeti predire il tempo della venuta del Signore.

CIRILLO: I profeti hanno preannunziato il mistero di Cristo in molti modi. Infatti, se erano saggi, era conveniente che estendessero il loro sguardo verso il futuro e non ignorassero le future tempeste dopo la vita presente; infatti ci saranno il vento, l’acqua e il supplizio, mediante il fuoco. E questo viene indicato dalle parole: viene la pioggia. Infatti era conveniente non ignorare il tempo della salvezza, ossia la venuta del Salvatore, per mezzo del quale entrò nel mondo la perfetta religione, e ciò viene indicato con le parole: dite: ci sarà caldo. Poi a loro critica si aggiunge: Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete giudicarlo?

BASILIO: Ora, bisogna osservare che alla vita umana sono necessarie le ipotesi riguardo agli astri, purché non spingiamo le nostre ricerche circa i loro segni oltre i limiti. Infatti è possibile capire alcune cose circa le piogge future, e molte cose anche riguardo all’estate, e all’impeto dei venti, sia nei casi particolari che in generale, sia violenti che leggeri. E chi ignora quale grande vantaggio recano le ipotesi relative a loro circa la nostra vita? Infatti è importante per il marinaio prevedere i pericoli delle tempeste, per il viandante il cambiamento dell’aria, per il contadino l’abbondanza dei frutti.

BEDA: Ma affinché qualcuno della folla non adducesse l’ignoranza dei libri profetici come una scusa del fatto che essi non riuscivano a discernere il corso dei tempi, egli aggiunge con cura: E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? facendo loro vedere che, benché ignorassero le Scritture, potevano con la loro abilità naturale conoscere colui che ha fatto opere che nessun altro ha fatto, un essere superiore all’uomo, Dio stesso; e che perciò, dopo le ingiustizie di questo mondo, arriverà il giusto giudizio del Creatore.

ORIGENE: Se poi non fosse insito nella nostra natura giudicare ciò che è giusto, il Salvatore non avrebbe mai detto queste cose.

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