IMMACOLATA CONCEZIONE – SOLENNITA’
7 Dicembre 2025 / by Padre Angelico / Catechesi / angelo, benedetta, concezione, i-tempi-della-chiesa, il-ritorno-di-gesù, immacolata, madre -di-dio, maria, padre-angelico-maria-moccia, padri-della-chiesa, vergine
IMMACOLATA CONCEZIONE – SOLENNITA’
Pax et bonum!
Quest’anno in occasione della Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria vi propongo una catechesi dogmatica tratta dal libro:
“Teologia Dogmatica per sacerdoti, chierici e laici” di P. Pasquale Lorenzin O.F.M.
Sicuro che sia cosa gradita per voi lettori conoscere questo mistero approfondito dalla teologia dogmatica, impartisco la Benedizione di Dio Onnipotente nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo su tutti quanti voi.
Maranathà, Vieni Signore Gesù!
P. Angelico
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA
TEMA: «Che hai Ester? Io sono tuo fratello, non temere. Tu non morrai: questa legge è fatta per gli altri» (Est., 15, 12 s.).
Ester, figura della Vergine santa, è colei che ha salvato sé stessa e il suo popolo dalla morte già decretata da Serse. Secondo il tema enunciato, il re afferma che la legge di morte non riguardava affatto la regina Ester che aveva trovato grazia al cospetto del re.
In questo fatto i teologi hanno visto adombrata la preservazione della Vergine dalla colpa originale, essendo esclusa dalla condanna universale comminata ai progenitori.
Dopo aver visto i rapporti della Vergine con Dio e con il Verbo incarnato, si devono esaminare le perfezioni dell’anima e del corpo di questa Donna singolare.
Predestinata dall’eternità alla maternità divina, fu arricchita di privilegi e doni straordinari. Il saluto dell’Angelo «piena di grazia» ci apre la porta per vedere qualche cosa in questo santuario, nel quale ha messo mano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Prima di tutto il Signore preservò Maria vergine da ogni imperfezione e macchia (la santità negativa), affinché la grazia e i doni, di cui l’avrebbe ricolmata, fruttificassero senza ostacoli. Per questo l’immacolato concepimento è il primo privilegio, con il quale Dio liberò la futura madre del Verbo eterno dalla macchia originale; privilegio giustamente considerato la radice e la causa di altre grazie e doni della sua anima e del suo corpo.
PRINCIPIO PRIMO: La beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione fu preservata immune da ogni macchia di colpa orginale.
DILUCIDAZIONI:
1) La verità contenuta nel principio è una delle più controverse tra le verità definite dalla Chiesa. Dal sec. XIV fino al 1854 tutti i teologi, direttamente o indirettamente, presero parte a questa disputa che a volte assunse proporzioni gigantesche e violente da provocare l’intervento dei romani Pontefici. Sarebbe interessante leggere la lunga storia che preparò la definizione dommatica e vedere la lealtà dei teologi, la partigianeria di qualcuno e il buon senso del popolo cristiano che, con la sua fede, contribuì non poco alla definizione.
I grandi teologi della scolastica, pur insegnando che la Vergine fu concepita nel peccato originale, ammettevano per Lei una purificazione particolare. Alcuni sostenevano che Maria fu purificata dalla colpa appena concepita, altri prima di venire alla luce, altri appena nata o nel giorno della sua Annunciazione.
2) Due testi della Scrittura costituivano i pilastri contro i quali l’Immacolata concezione di Maria sembrava infrangersi.
Se tutti sono morti in Adamo, e se tutti hanno bisogno della Redenzione di Gesù Cristo, come si poteva escludere, anche una sola creatura, da queste due verità rivelate? La lealtà dei teologi e la loro fede nella parola di Dio non poteva ammettere eccezioni. Era necessario formulare la verità in modo che non si opponesse alle due verità rivelate e già definite, poiché Dio rivelatore non può contraddire sé stesso.
3) Giovanni Duns Scoto, il dottore sottile e mariano, presentò la redenzione di Maria sotto una nuova luce. Anche Lei fu redenta da Gesù Cristo, ma in modo sublime. Se per tutto il genere umano la redenzione fu riparativa o liberativa dalla colpa già contratta, per Maria invece fu preservativa, così che la colpa originale non toccò la sua anima benedetta
Per cinque secoli si discusse attorno a questo doppio aspetto della questione, e si sarebbe disputato fino alla fine del mondo, se la parola infallibile del romano Pontefice non avesse solennemente definito: «La beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di colpa originale».
4) La formula della definizione dommatica deve essere esaminata frase per frase se si vuole comprendere tutta la dottrina contenuta.
a) Con le parole «nel primo istante della sua concezione» non s’intende che la Vergine sia stata concepita verginalmente o per intervento straordinario di Dio. Si afferma soltanto che quando l’anima informò il corpo costituendo la natura umana, passibile di essere infetta dal peccato originale, in quel medesimo istante la Vergine fu preservata dal contrarre la colpa di origine.
b) La causa efficiente del privilegio mariano è l’onnipotenza di Dio, che volle con questo dono attestare la sua benevolenza verso la futura Madre del Verbo divino.
Le parole che seguono: «In vista dei meriti di Gesù Cristo salvatore» sciolgono una prima difficoltà contro l’immacolata concezione. Se i meriti di Gesù Cristo furono necessari per la redenzione di ogni singola persona, in modo particolare furono necessari perché la Vergine fosse preservata dalla colpa.
c) L’oggetto della definizione dommatica, o l’essenza del privilegio mariano è riposta nel participio «preservata». Maria è una creatura che proviene per naturale generazione dal capostipite Adamo e quindi doveva naturalmente essere infetta dalla colpa, se Iddio non l’avesse preservata. Così fu sciolta la seconda difficoltà, che tutti, cioè, hanno contratto o dovevano contrarre il peccato originale, se Dio non fosse intervenuto con un privilegio speciale.
d) L’immunità dalla colpa originale libera dalla contaminazione attuale del peccato, che toglie ad ogni uomo la giustizia originale infliggendo la morte dell’anima, con tutte le altre conseguenze che già conosciamo. Inoltre la preservazione dalla colpa originale comporta l’infusione della grazia santificante e perciò la vergine Maria fin dal primo istante della sua concezione fu ornata dalla grazia abituale e quindi sommamente cara a Dio.
Bisogna infine notare che la Vergine, essendo preservata da «ogni macchia della colpa originale», non ebbe in sé neppure le pessime conseguenze del peccato originale.
DIMOSTRAZIONE: Le ultime parole della definizione dommatica dichiarano che l’immacolata concezione di Maria è una verità «rivelata da Dio».
Ecco gli argomenti sui quali si è fondato il Pontefice per dire che l’Immacolata è una verità contenuta nel «deposito» della rivelazione:
1) Testi espliciti della Scrittura non ve ne sono; tuttavia questa verità è implicitamente o indirettamente contenuta in alcune verità chiaramente attestate dal libro sacro.
a) Subito dopo il peccato di Adamo, Iddio promise la redenzione, annunciando che tra il demonio e la donna, tra la sua stirpe e quella di lei vi sarebbe stata una continua guerra. Alla fine, però, un discendente della donna avrebbe schiacciato il capo al demonio.
Il testo sacro parla di Eva, ma in lei intende Maria: secondo alcuni in senso tipico, secondo altri in senso letterale. Perciò in Eva e per Eva Dio intenderebbe la futura madre del Redentore. Così se Eva fu causa del peccato, Maria sarà causa di salvezza; se un discendente di Eva schiaccerà il Demonio, Maria pure sarà in continua opposizione con lui. La deduzione è chiara: Maria non sarebbe in continua opposizione con il Demonio se non fosse «Immacolata». Infatti se per un solo istante fosse stata macchiata dalla colpa originale, sarebbe stata vinta e non in continua guerra con il Demonio.
b) Un argomento, forse più chiaro, è incluso nelle parole dell’Angelo: «Ave, o piena di grazia, il Signore è con Te! Benedetta tu fra le donne». Questa pienezza affermata dall’Angelo che chiama la Vergine, per antonomasia, «piena di grazia» non è soltanto «intensiva», ma anche «estensiva»: Maria non fu mai senza la grazia e perciò Immacolata.
Inoltre se l’Angelo afferma che il Signore è con Maria e che Lei è benedetta tra le donne, vi doveva essere una ragione tutta particolare. Si tratta di un privilegio speciale: il Signore è con Maria fin dalla concezione; se le altre creature sono concepite nel peccato, Lei è Immacolata.
c) Una ragione non meno forte si deduce dalla sua dignità di Madre di Dio. È una pura ragione di convenienza, ma che, sotto un certo aspetto, obbligava Dio a preservare la Madre del suo Figlio dalla colpa originale. Infatti la Vergine offrendo la sua carne e il suo sangue per formare il corpo di Gesù, diventava consanguinea in primo grado con il Verbo eterno. Ora è pensabile che Dio, somma santità, potendo liberare sua Madre dalla colpa originale, non l’abbia fatto, accettando, per conseguenza, come «consanguinea» una creatura macchiata di colpa? Sarebbe stato umiliante per Gesù avere una madre macchiata dalla colpa e schiava del Demonio a cui era venuto a schiacciare il capo.
2) La Tradizione è l’argomento più esplicito. I Padri dei primi secoli confessano l’immunità dal peccato originale in Maria riconoscendo in Lei l’assoluta purezza e la somma santità.
Nelle opere dei Padri si trova frequente il parallelismo tra Eva e Maria. Questo parallelismo è presentato sotto due aspetti:
a) Di opposizione, in quanto Maria non fu come Eva causa di rovina, ma con il suo Figlio Gesù fu il principio di salvezza. Maria quindi è senza quel peccato che aveva rovinato Eva e tutta la sua discendenza.
b) Di somiglianza, come Eva uscì pura ed immacolata dalle mani di Dio creatore, così Maria fu senza macchia per essere esempio di vita soprannaturale a tutti i suoi figli spirituali.
Sono testimonianze preziose le parole di S. Efrem il quale, unendo in una medesima lode Gesù e sua Madre, afferma che in loro non vi fu alcuna macchia; più esplicita ancora è la testimonianza di S. Agostino il quale dichiara che, quando si tratta di peccato, non vuole includere la vergine Maria per la sua dignità di Madre di Dio.
Dal sec. V in poi non vi è Padre o scrittore ecclesiastico che non ne parli più o meno esplicitamente.
3) Nel sec. XV quando la verità dell’Immacolata Concezione uscì dalle aule universitarie e i fedeli cominciarono ritenerla verità di fede, allora s’interessarono i Padri dei Concili. Così avvenne nel Concilio di Costanza (1416) e più tardi in quello di Basilea (1439). Un merito speciale per la definizione dommatica di questa verità l’acquistò Sisto IV (1483), che concesse delle indulgenze a quanti celebravano la festa dell’Immacolata, e condannò coloro che ritenevano come un’eresia il privilegio mariano.
Il cammino fu molto lungo, ma la verità piano piano si fece strada sotto la vigile prudenza dei romani Pontefici: Pio V, Clemente VIII, Paolo V, Gregorio XV, ecc., sino a Pio IX che l’8 dicembre 1854 definì solennemente il grande privilegio di Maria.
Così terminò una delle più belle battaglie che i teologi, la Chiesa docente e l’umile popolo cristiano combatterono in onore della Madre di Dio.