NATALE DEL SIGNORE – SOLENNITA’ – LITURGIA PROPRIA – MESSA DELL’AURORA
24 Dicembre 2025 / by Padre Angelico / Commenti al vangelo / bambino, BETLEMME, giuseppe, maria, pastori
Vangelo Commentato dai Padri
NATALE DEL SIGNORE – SOLENNITA’ – LITURGIA PROPRIA – MESSA DELL’AURORA
Vangelo di Luca 2,15-20
Avvenne che appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio, per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
VERSETTI 15-20
E avvenne che non appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto riconobbero ciò che del bambino era stato detto loro. E tutti quelli che udirono, si stupirono anche delle cose che erano state dette loro dai pastori. Maria da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Il GRECO: Le cose che videro e che furono loro riferite riempirono i pastori di stupore, e così, essi lasciarono il loro ovile e di notte si recarono a Betlemme, cercando la luce del Salvatore. Perciò si dice: E avvenne che non appena gli Angeli si furono allontanati per tornare al cielo i pastori dicevano fra loro: andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento.
BEDA: Giustamente, come se stessero vigilando, i pastori non dissero: Andiamo a vedere il bambino, ma questo avvenimento (verbum); cioè vediamo in che modo il Verbo, che è sempre stato, si è fatto carne per noi; vale a dire quello stesso Verbo che è il Signore; infatti continua: questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere; cioè, vediamo in che modo lo stesso Verbo è diventato e ci ha mostrato la sua carne.
AMBROGIO: Considera in che modo singolare la Scrittura pesi i momenti delle singole parole; infatti quando si vede la carne del Signore, si vede il Verbo, che è il Figlio. Non ti sembri questo un esempio mediocre di fede; non ti sembri vile la persona dei pastori: infatti si cerca la semplicità, non si desidera l’ambizione. Poi continua: Andarono dunque senza indugio; infatti nessuno cerca il Cristo con pigrizia.
ORIGENE: Poiché invero andarono in fretta e non passo passo, perciò segue: trovarono Maria, che aveva partorito Gesù, e Giuseppe, il custode della nascita del Signore, e il bambino che giaceva nella mangiatoia, ossia lo stesso Salvatore.
BEDA: Ora, è nel giusto ordine che, celebrata l’incarnazione del Verbo con l’onore degno, si giunga a vedere la gloria stessa del Verbo; perciò continua: E dopo averlo visto riconobbero ciò che del bambino era stato detto loro.
Il GRECO: I pastori, considerando con fede le cose occulte felicemente riportate, non contenti di essere essi stessi stupefatti dinanzi alla verità, manifestarono non solo a Maria e a Giuseppe, ma anche agli altri, ciò che in base all’annuncio dell’Angelo avevano visto per primi, e, ciò che conta di più, lo imprimevano nelle loro menti; per cui segue: Tutti quelli che udirono, si stupirono anche delle cose che erano state dette loro dai pastori. Infatti come non si doveva ammirare un abitante del cielo sulla terra, e il riconciliarsi nella pace della terra con le cose celesti, e quell’ineffabile bambino che congiunge tra loro con la divinità le cose celesti e con l’umanità le cose terrestri, e con la sua compagine stabilisce un patto stupendo?
GLOSSA: Né sono meravigliati soltanto per il mistero dell’incarnazione, ma anche per la straordinaria attestazione dei pastori, i quali non avrebbero saputo immaginare cose inaudite, ma con semplice eloquenza proclamavano la verità.
AMBROGIO: Né devi disprezzare come vili le parole dei pastori; infatti Maria coglie la fede dai pastori: onde continua: Maria da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Impariamo in ogni cosa la castità della santa Vergine, la quale, non meno pudica nella bocca che nel corpo, meditava nel suo cuore i temi della fede.
BEDA: Infatti, custodendo i privilegi della pudicizia verginale, non voleva far conoscere a nessuno i segreti del Cristo che aveva conosciuto, ma confrontava le cose che sapeva che dovevano accadere con quelle che sapeva che erano già avvenute; senza esprimerlo con la bocca, ma conservandolo chiuso nel suo cuore.
Il GRECO: Tutto ciò che le aveva riferito l’Angelo, tutto quanto aveva udito dai pastori, tutto accumulava nella sua mente, e confrontando tutte queste cose fra di loro, la madre della sapienza stabiliva l’armonia in tutto. Indubbiamente era Dio colui che era nato da lei.
ATANASIO: Ora, ciascuno godeva per la nascita del Cristo, ma non umanamente, come sono soliti godere gli uomini per la nascita di un bambino, ma per la presenza del Cristo e per lo splendore della luce divina; onde segue: I pastori poi se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito.
BEDA: Cioè dagli Angeli, e visto, cioè a Betlemme, come era stato detto loro; cioè glorificano (il Signore) per il fatto che essi, venendo, non trovarono se non ciò che era stato detto loro; e così, come era stato detto loro, essi rendono gloria e lode a Dio: infatti ciò era stato detto loro dagli Angeli, non come da chi comanda con le parole, ma come da chi presenta un modello di devozione; poiché facevano risuonare nei cieli la gloria a Dio.
BEDA: In senso mistico, i pastori dei greggi spirituali, anzi tutti i fedeli, sull’esempio di questi pastori, si rechino col pensiero fino a Betlemme e celebrino con i dovuti onori l’incarnazione del Signore. Inoltre, messe in disparte tutte le concupiscenze carnali, con tutto il desiderio della mente rechiamoci fino alla Betlemme del cielo, ossia alla casa del pane vivo; sicché colui che essi hanno visto vagire nella mangiatoia, noi meritiamo di vedere regnante sul trono del Padre; ora, una sì grande beatitudine non va cercata con pigrizia e torpore, ma bisogna seguire alacremente le orme di Cristo. E dopo averlo visto riconobbero. Anche noi affrettiamoci ad abbracciare con grande amore le cose che sono state dette del nostro Salvatore, sicché in futuro le possiamo comprendere con lo sguardo della perfetta conoscenza.
BEDA: I pastori del gregge del Signore, contemplando la vita dei padri precedenti in cui si conserva il pane della vita, si addentrano nelle porte di Betlemme e altro non trovano che la verginale bellezza della Chiesa, come se si trattasse di Maria, e il ceto maschile dei dottori spirituali, come se si trattasse di Giuseppe, e l’umile venuta del Cristo inserita nelle pagine della Sacra Scrittura, come se si trattasse della mangiatoia in cui fu deposto Gesù Bambino.
ORIGENE: Oppure la mangiatoia è quell’Israele di cui si parla in Is 1,3: «Il bue ha conosciuto il suo possessore, e l’asino la greppia del suo padrone, ma Israele non mi ha conosciuto».
BEDA: Ora, i pastori non nascosero nel silenzio ciò che avevano conosciuto: poiché i pastori della Chiesa sono stati ordinati perché mostrino agli uditori ciò che hanno appreso nelle Scritture.
BEDA: Inoltre i maestri dei greggi spirituali ora, mentre gli altri dormono, salgono contemplando le realtà celesti, ora intrattengono i fedeli cercando dei modelli, ora tornano, insegnando, al pubblico del loro ufficio pastorale.
BEDA: Chiunque, anche chi crede di vivere da solo, svolge il compito di pastore se, aggregando una moltitudine di atti buoni e di pensieri innocenti, si sforza di governarla con una giusta guida, di nutrirla con il pascolo della Scrittura e di salvaguardarla dalle insidie del demonio.