
ASCENSIONE DEL SIGNORE – SOLENNITA’ – ANNO C
31 Maggio 2025 / by Padre Angelico / Commenti al vangelo / ascensione, betania, conversione, Cristo, gerusalemme, gesu, il-ritorno-di-gesù, le-due-venute-di-gesù, padre-angelico-maria-moccia, padri-della-chiesa, peccati, potenza, vangelo-di-luca
Vangelo Commentato dei Padri
ASCENSIONE DEL SIGNORE – SOLENNITA’ – ANNO C
Vangelo di Luca 24, 46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
VERSETTI 45-48
Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: Così sta scritto: Il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno. e nel suo nome saranno predicati a tutte le Genti la conversione e il perdono dei peccati cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall’alto.
BEDA: Dopo essersi offerto alla vista degli occhi, al tocco delle mani, e dopo avere ricordato loro le Scritture della Legge, egli conseguentemente ne rivela il senso, perché sia compreso quanto viene letto; perciò si dice: Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture.
TEOFILATTO: Infatti in che modo avrebbero potuto le loro menti agitate e perplesse comprendere il mistero di Cristo? Ma egli li istruì anche con le sue parole; infatti prosegue: Così sta scritto: il Cristo dovrà patire, cioè mediante il legno della croce.
BEDA: Ora, il Cristo avrebbe perso il frutto della passione se non ci fosse stata la verità della risurrezione; perciò soggiunge: e risuscitare dai morti il terzo giorno. Poi, dopo aver stabilita la verità del proprio corpo, egli esalta l’unità della Chiesa, quando soggiunge: e nel suo nome saranno predicati a tutte le Genti la conversione e il perdono dei peccati.
EUSEBIO: Infatti era stato detto (Sal 2,8): «Chiedi a me e ti darò in possesso le Genti». Ma era necessario che coloro che erano stati convertiti dai Gentili venissero purificati da certe macchie contagiose per mezzo della sua virtù, come se fossero stati corrotti dall’errore dell’idolatria dei demoni e si fossero convertiti da poco da una vita esecrabile e impura; perciò dice che bisogna prima predicare la conversione e successivamente la remissione dei peccati a tutte le Genti: infatti a coloro che prima mostrano la penitenza per i loro peccati, con la sua grazia salvifica egli concede il perdono dei peccati da loro commessi, per i quali sopportò persino la morte.
TEOFILATTO: Con l’espressione: la conversione e il perdono dei peccati egli ricorda anche il battesimo, nel quale, abbandonando i crimini passati, viene concesso il perdono dei peccati. Ma in che modo si deve intendere che il battesimo dev’essere effettuato solo nel nome di Cristo, quando altrove si comanda che dev’essere compiuto nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo? Anzitutto diciamo che non si deve intendere che nel solo nome di Cristo si compie il battesimo, ma che uno viene battezzato con il battesimo di Cristo, cioè spiritualmente, e non alla maniera dei Giudei; e neppure nel modo con cui battezzava Giovanni, soltanto per la penitenza, ma per la partecipazione dello Spirito Santo; come lo stesso Cristo battezzato nel Giordano mostra lo Spirito Santo sotto la forma di una colomba. Inoltre intendi il battesimo nel nome di Cristo, ossia nella morte di Cristo; infatti come egli è risuscitato il terzo giorno dopo la morte, così anche noi siamo immersi nell’acqua per tre volte, e di conseguenza per tre volte emergiamo, ricevendo la caparra dell’incorruttibilità dello spirito. Ma questo stesso nome di Cristo contiene anche il Padre come untore, e lo Spirito santo come unzione e il Figlio come unto, ossia secondo la natura umana. Ma non era più conveniente che il genere umano fosse spartito in due, cioè in Giudei e Gentili; così perché formassero una cosa sola comandò che la predicazione cominciasse da Gerusalemme e si concludesse con i Gentili; perciò continua: cominciando da Gerusalemme.
BEDA: Non solo perché sono affidati a loro gli oracoli di Dio e a loro spetta l’adozione a figli e la gloria, ma anche perché i Gentili, invischiati in vari errori, possano con questo segno della divina misericordia essere spinti alla speranza del perdono, visto che anche coloro che hanno crocifisso il Figlio di Dio sono stati perdonati.
CRISOSTOMO: Inoltre, perché qualcuno non dicesse che gli Apostoli, tralasciando coloro che conoscevano, si erano rivolti agli estranei, anzitutto essi mostrano i segni della risurrezione presso gli stessi uccisori, nella medesima città in cui era esplosa l’impresa temeraria. Infatti dove si vede che credono gli stessi crocifissori, là la risurrezione è sommamente provata.
EUSEBIO: Poiché se le cose che Cristo ha predetto conseguono il loro effetto, e la sua parola viva ed efficace mediante una fede visibile viene percepita in tutto il mondo, è giunto il tempo in cui non bisogna essere increduli verso colui che annuncia la parola. Infatti è necessario che conduca una vita divina colui le cui opere feconde si mostrano conformi alle parole; e indubbiamente queste cose si sono compiute mediante il ministero degli Apostoli. Perciò soggiunge: Di questo voi siete testimoni, cioè della morte e della risurrezione.
TEOFILATTO: Di conseguenza, perché turbati non pensassero: «In che modo noi uomini ignoranti possiamo rendere testimonianza ai Gentili e ai Giudei che ti hanno ucciso?», egli soggiunge: E io manderò su di voi colui che il Padre mio ha promesso, cioè che ha promesso per mezzo di Gioele dicendo (2,28): «Io effonderò il mio Spirito su tutti gli uomini».
CRISOSTOMO: Ma come un generale non permette ai suoi soldati che devono fronteggiare un esercito numeroso di muoversi fino a quando non sono armati, così il Signore non permette ai discepoli di affrontare il conflitto prima della discesa dello Spirito Santo; perciò soggiunge: ma voi restate in città finché non siate rivestiti di potenza dall’alto.
TEOFILATTO: Cioè di una potenza non umana, ma celeste. E non dice: riceverete, ma siate rivestiti, indicando la difesa completa mediante un velo spirituale.
BEDA: Ora di questa potenza, cioè dello Spirito Santo, parla anche l’Angelo a Maria (1,35): «E la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra»; e altrove il Signore stesso (Luca 8,46): «Perché ho sentito che una potenza è uscita da me».
TEOILATTO: Ma perché lo Spirito non viene mentre è ancora presente il Cristo, o subito dopo la sua dipartita? Perché era conveniente che essi diventassero bramosi della cosa, e inoltre ricevessero anzitutto la grazia: infatti siamo maggiormente sollevati verso Dio quando incombe la necessità. Nel frattempo era necessario che la nostra natura si mostrasse in cielo e i patti fossero compiuti, e allora lo Spirito Santo sarebbe venuto e si sarebbero celebrate le gioie più pure. Fa’ inoltre attenzione con quanta necessità egli impose loro di restare a Gerusalemme, poiché promette loro che là sarà elargito lo Spirito. Infatti, affinché non fuggissero subito dopo la risurrezione, con questa attesa, come se fosse una catena, egli ve li trattenne tutti insieme. Perciò dice: finché non siate rivestiti di potenza dall’alto, e non dice quando, perché restino sempre vigilanti. Quindi perché ti meravigli se egli non ci rivela l’ultimo giorno, quando non vuole svelare loro un giorno così vicino?
GREGORIO: Perciò si devono ammonire coloro che sono impediti quanto al dovere della predicazione o dall’imperfezione o dall’età, e tuttavia la fretta li sospinge, affinché non si arroghino, a causa della fretta, il peso di questo dovere, e così non si separino dalla via di un futuro miglioramento. La stessa verità infatti, che improvvisamente potrebbe fortificare coloro che volesse, per fornire un esempio a coloro che la seguono, affinché quanti sono imperfetti non abbiano la presunzione di predicare, dopo avere istruito pienamente i discepoli circa la potenza della predicazione, comandò loro di restare in città fino a quando non fossero stati rivestiti di potenza dall’alto. Indubbiamente restiamo in città quando restiamo rinchiusi dentro le porte della nostra mente per non divagare al di fuori con le parole; affinché, una volta rivestiti perfettamente della potenza divina, possiamo come uscire da noi stessi per istruire gli altri.
AMBROGIO: Consideriamo ora in che modo secondo Giovanni essi ricevettero lo Spirito Santo, mentre era stato loro comandato di restare in città fino a quando non fossero stati rivestiti di potenza dall’alto. O egli soffiò il Santo Spirito sugli Undici in quanto erano più perfetti, e promise di concederlo agli altri più tardi; oppure sulle stesse persone in un luogo lo soffiò e in un altro lo promise. Né pare che ci sia contraddizione, essendoci una diversità di grazie. Infatti là egli soffiò in loro un’operazione, mentre qui ne promette un’altra; là infatti egli concesse la grazia di rimettere i peccati, che sembra essere una casa più ristretta, e per questo motivo viene soffiata da Cristo: affinché tu possa credere che lo Spirito Santo di Cristo è da Dio, e possa credere che lo Spirito è da Dio: infatti solo Dio rimette i peccati. Invece Luca descrive l’effusione della grazia delle lingue.
CRISOSTOMO: Oppure dice (Gv 20,22): «Ricevete lo Spirito Santo» per renderli idonei alla ricezione; o anche indicò come presente ciò che sarebbe accaduto in futuro.
AGOSTINO: Oppure dopo la risurrezione elargì due volte lo Spirito Santo: una volta sulla terra per l’amore del prossimo, e poi dal cielo per l’amore di Dio.
VERSETTI 50-53
Poi li condusse fuori verso Betania, e alzate le mani li benedisse. Mentre li benediva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia, e stavano sempre nel tempio lodando e benedicendo Dio. Amen.
BEDA: Tralasciando tutte le cose che possono essere state compiute dal Signore con i suoi discepoli durante i quaranta giorni, egli congiunge tacitamente al primo giorno della risurrezione l’ultimo giorno in cui egli ascese in cielo, dicendo: Poi li condusse fuori verso Betania. Anzitutto a causa del nome di quella città, che vuol dire casa dell’obbedienza: infatti colui che discese a causa della disobbedienza dei peccatori, a causa dell’obbedienza dei convertiti ascende in cielo. Poi per la collocazione di questo villaggio che si dice che si trovi sul fianco del monte degli Ulivi; poiché egli ha posto le fondamenta della casa della Chiesa obbediente, della fede, speranza e carità, sul fianco della montagna più alta, cioè di Cristo. Ora egli benedice coloro ai quali ha affidato il precetto dell’insegnamento. Perciò segue: e alzate le mani li benedisse.
TEOFILATTO: Forse riversando su di loro una forza di conservazione, fino all’arrivo dello Spirito, e, forse, insegnandoci che, ogniqualvolta ci allontaniamo, dobbiamo raccomandare a Dio con la nostra benedizione i nostri sudditi.
ORIGENE: Ma che egli li abbia benedetti con le mani alzate significa che è opportuno che chi benedice sia dotato di varie opere laboriose a vantaggio degli altri. Infatti è in questo modo che si tengono le mani alzate.
CRISOSTOMO: Ma fa’ attenzione al fatto che il Signore sottomette al nostro sguardo le ricompense promesse. Indubbiamente egli aveva promesso la risurrezione dai morti, e durante i quaranta giorni ne fornisce la certezza ai discepoli. Viene anche promesso che saremo rapiti nelle nubi, e lo dimostrò egli stesso con i fatti; quindi continua: Mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato verso il cielo.
TEOFILATTO: Anche Elia fu visto come assunto in cielo; invece il Salvatore, il precursore di tutti, ascese da sé stesso in cielo per comparire al cospetto divino con il suo sacro corpo; e così in Cristo la nostra natura viene onorata da ogni virtù angelica.
CRISOSTOMO: Ma dirai: In che modo questa cosa giova a noi? Perché anche tu sarai portato allo stesso modo verso il cielo sulle nubi; infatti il tuo corpo è della stessa natura del suo corpo. Quindi il tuo corpo sarà così agile da poter passare attraverso l’aria; infatti come il capo, così anche il corpo; come il principio, così anche la fine. Ora, guarda come vieni onorato per mezzo di questo principio. L’uomo è la parte più bassa delle creature razionali; ma i piedi sono divenuti la testa, essendo stati elevati alla sede regale nel loro capo.
BEDA: Ora, mentre il Signore saliva in cielo, i discepoli, dopo aver adorato il posto dove erano stati alla fine i suoi piedi, fecero subito ritorno a Gerusalemme, dove era stato loro ordinato di aspettare la promessa del Padre; infatti continua: Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia. Sono ricolmi di gioia perché sono lieti che il loro Dio e Signore, dopo il trionfo della risurrezione, ha attraversato i cieli.
Il GRECO: Ed erano vigilanti: infatti non vivevano nelle loro case, ma, riuniti nel tempio, aspettavano la grazia dall’alto; imparando tra le altre cose dal luogo stesso la pietà e l’onestà; perciò si dice: e stavano sempre nel tempio.
TEOFILATTO: Non c’era ancora lo Spirito, e tuttavia essi si comportavano spiritualmente; prima se ne stavano chiusi, ora stanno in mezzo ai capi dei sacerdoti e non si lasciano distrarre da alcunché di mondano, ma disprezzando ogni cosa lodano continuamente Dio; continua infatti: lodando e benedicendo Dio.
BEDA: Fa’ attenzione al fatto che Luca, fra i quattro animali del cielo, si dice che è rappresentato dal vitello, perché con il sacrificio di un vitello venivano iniziati coloro che erano scelti per il sacerdozio; e Luca si propose di spiegare più ampiamente degli altri il sacerdozio di Cristo; e il suo Vangelo, che era iniziato con il ministero del tempio mediante il sacerdozio di Zaccaria, termina con la devozione nel tempio; e vi ha messo gli Apostoli, che erano destinati a essere i ministri del nuovo sacerdozio, non nel sangue delle vittime, ma nella lode e nella benedizione di Dio: affinché attendano con il cuore pronto la venuta dello Spirito Santo nel luogo della preghiera e tra le lodi della devozione.
TEOFILATTO: E noi, imitandoli, restiamo sempre in una Vita santa, lodando e benedicendo Dio, al quale sia gloria, benedizione e potenza per sempre. Amen.