
SANTISSIMA TRINITA’ – SOLENNITA’- ANNO C
14 Giugno 2025 / by Padre Angelico / Commenti al vangelo / annunzierà, COSE, cose-future, i-tempi-della-chiesa, il-ritorno-di-gesù, padre-angelico-maria-moccia, padri-della-chiesa, peso, santissima-trinità, spirito, vangelo-di-giovanni
Vangelo Commentato dai Padri
SANTISSIMA TRINITA’ – SOLENNITA’- ANNO C
Vangelo di Giovanni 16, 12-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà».
VERSETTI 12-15
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso, Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che ha udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annunzierà.
TEOFILATTO: Poiché in precedenza il Signore aveva detto (v. 7): «È bene per voi che io me ne vada», ora lo amplifica dicendo: Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
AGOSTINO: Tutti gli eretici, prendendo lo spunto da questo testo evangelico, si sforzano di colorare l’impudenza delle loro finzioni che il senso umano aborrisce massimamente; come se queste fossero le cose che i discepoli non erano in grado di portare e che lo Spirito Santo avrebbe insegnato loro, cose che lo spirito immondo arrossisce di insegnare e predicare. Ma le cattive dottrine che persino il timore naturale non sopporta sono una cosa, mentre le buone dottrine che il nostro povero intelletto naturale non può comprendere sono un’altra cosa. Le une si trovano nei corpi lascivi, mentre le altre sono lontane da tutti i corpi. Ma quali sono le cose che essi non riescono a sopportare e che noi affermiamo invece di essere in grado di sopportare? Ciò non si deve chiedere neppure a me. Ma qualcuno dirà: così molti possono ciò che allora Pietro non poté, come molti possono essere incoronati con il martirio, mentre ciò non poteva accadere allora a Pietro; specialmente dopo l’invio dello Spirito Santo, che allora non era ancora stato inviato. Ma forse che noi sappiamo le cose che egli allora voleva dire? Infatti a me sembra una cosa del tutto assurda dire che allora i discepoli non potevano portare il peso delle cose altissime che troviamo nelle lettere apostoliche che furono scritte più tardi, e che non si dice che il Signore abbia narrato. Indubbiamente gli uomini delle sette perverse non possono sopportare ciò che nelle sacre Scritture si trova riguardo alla fede cattolica, così come noi non possiamo sopportare le loro sacrileghe vanità; ma che cos’è il non poter sopportare, se non il non poter accogliere di buon animo? Ora, quale fedele o catecumeno, prima di ricevere da battezzato lo Spirito Santo, non legge o ascolta di buon animo, anche se non intende le cose che furono scritte dopo l’ascensione del Signore? Ma qualcuno dirà: gli uomini spirituali non conservano nel loro insegnamento cose da tacersi agli uomini carnali, e da comunicarsi agli spirituali? In realtà non esiste alcuna necessità che una dottrina sia tenuta segreta ai bambini mentre viene manifestata agli adulti. Gli uomini spirituali non troverebbero giusto tacere le dottrine spirituali agli uomini carnali, visto che la fede cattolica dev’essere annunciata a tutti; ma allo stesso tempo non dovrebbero esporla in modo tale da condurla all’intelligenza degli inetti, tanto da rendere fastidiosa la loro predicazione della verità, anziché renderla intelligibile. Perciò non dobbiamo intendere queste parole del Signore come riferite a certe dottrine segrete, che se l’insegnante rivela, il discepolo non sarebbe in grado di sopportare, ma a quelle cose dell’insegnamento religioso che rientrano nella comprensione di tutti, qualora il Signore ce le volesse dire, come le cose che egli dice ai suoi Angeli. Ma quali uomini, anche se fossero spirituali, come gli Apostoli che non lo erano ancora, potrebbero sopportare il peso di tali cose? Infatti tutto ciò che si può conoscere della creatura è inferiore allo stesso Creatore: e chi fa silenzio su di lui? Ma chi, vivendo in questo corpo, potrebbe conoscere tutta la verità, quando l’Apostolo dice (1 Cor 13,9): «Conosciamo parzialmente»? Però, poiché per mezzo dello Spirito Santo avviene che noi raggiungiamo quella pienezza della quale l’Apostolo dice (v. 12): «Allora vedremo faccia a faccia», il Signore non ci promise soltanto ciò che riguarda la vita presente, dicendo: Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, o «vi condurrà a tutta la verità». Con queste parole non si riferisce soltanto a questa vita, ma alla pienezza che ci viene riservata nell’altra. Lo Spirito Santo ammaestra anche ora i fedeli su tutte le realtà spirituali che essi sono in grado di ricevere, e accende nei loro cuori un desiderio più grande.
DIDIMO: Oppure dice così perché i suoi uditori non avevano ancora raggiunto tutte quelle cose che in seguito avrebbero potuto sopportare a causa del suo nome; così, rivelando loro le cose minori, rimanda le cose più importanti a un altro tempo; quelle cose che non erano in grado di comprendere finché la croce del nostro capo crocifisso non li avesse preceduti con il suo magistero. Inoltre, fino a quando erano ancora schiavi del modello della legge, delle ombre e delle figure, non potevano vedere la verità di cui la legge portava l’ombra. Ma quando verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà a tutta la verità con il suo insegnamento e la sua istruzione, trasferendovi dalla morte della lettera allo Spirito che vivifica, nel quale soltanto si trova riposta la verità di tutta la Scrittura.
CRISOSTOMO: Poiché aveva detto: per il momento non siete capaci di portarne il peso, ma poi lo potrete; e poiché lo Spirito Santo vi guiderà alla verità tutta intera, affinché udendo queste parole non ritenessero lo Spirito Santo più grande del Figlio, soggiunge: perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che ha udito.
AGOSTINO: Questo è simile a ciò che aveva detto di sé stesso (5,30): «Io non posso fare nulla da me; ma come intendo, così giudico». Ora, ciò può essere inteso di lui come uomo. Poiché dunque lo Spirito Santo non è mai diventato una creatura mediante l’assunzione di una creatura, in che modo questa frase dev’essere intesa di lui? Dobbiamo prenderla in modo tale da intendere che egli non è da sé stesso; infatti il Figlio è nato dal Padre e lo Spirito Santo procede dal Padre. Che differenza poi ci sia tra procedere e nascere, sarebbe lungo discuterlo e temerario definirlo. Ma per lui ascoltare è conoscere, e conoscere è essere. Poiché dunque non è da sé stesso, ma da colui dal quale procede, da lui deriva l’essenza, da lui la scienza e quindi anche l’udire. Così lo Spirito Santo ascolta sempre, poiché conosce sempre; perciò egli udì, ode e udrà da colui dal quale è.
DIDIMO: Dice dunque: non parlerà da sé, cioè senza l’arbitrio mio e del Padre; perché non è da sé stesso, ma dal Padre e da me. Infatti che egli esista e parli, gli deriva dal Padre e da me. Io dico la verità, cioè ispiro ciò che dico, poiché è lo Spirito di verità. Ma dire e parlare nella Trinità non vanno presi secondo la nostra abitudine, ma secondo la forma delle nature immateriali, specialmente della Trinità, la quale infonde la sua volontà nel cuore dei credenti e di coloro che sono degni di ascoltarlo. Per il Padre dunque il parlare e per il Figlio l’ascoltare è un modo di esprimere l’identità della loro natura e il loro comune accordo. Inoltre lo Spirito Santo, che è Spirito di verità e Spirito di sapienza, non può udire dal Figlio ciò che non conosce, poiché egli è ciò stesso che è proferito dal Figlio, ossia la verità che procede dalla verità, il consolatore che emana dal consolatore, Dio Spirito di verità che procede da Dio. Ma affinché nessuno lo separi dalla volontà e dalla comunione del Padre e del Figlio, sta scritto: dirà tutto ciò che ha udito.
AGOSTINO: Ma da ciò non avviene che lo Spirito Santo sia inferiore; per questo motivo infatti si dice che procede dal Padre.
AGOSTINO: Né si obietti che viene usato un verbo al tempo futuro: infatti quell’ascolto è eterno, perché è eterna la scienza. Ora, in ciò che è eterno non c’è né inizio né fine, indipendentemente dal tempo che viene usato: infatti, sebbene quella natura immutabile non riceva né il “fu” né il “sarà”, ma soltanto l'”è”, tuttavia non diciamo in modo mendace: fu, è e sarà; fu, perché non venne mai meno; sarà, perché non cesserà mai; è, perché è sempre.
DIDIMO: Per opera dello Spirito di verità viene concessa anche ai santi uomini una conoscenza sicura delle cose future. Perciò anche i Profeti ripieni di questo stesso Spirito preannunciavano e vedevano quasi come presenti le cose che sarebbero accadute più tardi; perciò prosegue: e vi annunzierà le cose future.
BEDA: Risulta che molti, ripieni della grazia dello Spirito Santo, abbiano conosciuto molte cose che sarebbero accadute in futuro; ma poiché molti santi non hanno mai goduto di questo potere di conoscere il futuro, queste parole possono essere intese nel modo seguente: le cose che accadranno, ve le annunzierà, cioè vi riporterà alla memoria le gioie della patria celeste. Annunzio però agli Apostoli le cose future, ossia i mali che avrebbero dovuto sopportare per la confessione di Cristo, e i beni che avrebbero ricevuto a causa di questi stessi mali.
CRISOSTOMO: Pertanto in questo modo innalzò la loro mente, poiché non c’è alcun’altra cosa di cui il genere umano sia più avido che di conoscere il futuro. Dunque li libera da ogni preoccupazione mostrando loro che non incorreranno in pericoli senza saperlo. Poi, mostrando loro di avere detto tutta la verità che lo Spirito Santo avrebbe loro comunica-to, soggiunge: Egli mi glorificherà.
AGOSTINO: Cioè: diffondendo la carità nel cuore dei credenti e rendendoli spirituali, spiegò loro in che modo il Figlio fosse uguale al Padre, mentre in precedenza lo avevano conosciuto solo secondo la carne, e lo pensavano un uomo come gli altri. Oppure, indubbiamente, poiché, riempiti di fiducia mediante la stessa carità e scacciato qualsiasi timore, essi annunziarono il Cristo a tutti gli uomini. Infatti, ciò che avrebbero compiuto nello Spirito Santo, disse che l’avrebbe fatto lo stesso Spirito Santo.
CRISOSTOMO: E poiché il Signore aveva detto (Mt 23,8): «Uno solo è il vostro maestro», affinché anche lo Spirito Santo venisse accolto da loro soggiunge: per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annunzierà.
DIDIMO: Qui bisogna capire in che modo il prendere si addica a una natura divina; infatti allo stesso modo in cui il Figlio che dà non viene privato di ciò che dona, e non distribuisce agli altri a proprio svantaggio, così lo Spirito Santo non riceve ciò che prima non possedeva; se infatti ha ricevuto ciò che in precedenza non possedeva, trasferendo il suo dono a un altro, diviene un vuoto donatore. Pertanto è necessario sapere che lo Spirito Santo riceve dal Figlio ciò che appartiene alla sua natura, e non dà né riceve un’altra natura, essendo un’unica sostanza. Allo stesso modo anche il Figlio si dice che riceve dal Padre ciò in cui egli stesso sussiste. Pertanto anche il Figlio non è null’altro se non ciò che riceve dal Padre; né lo Spirito Santo è un’altra sostanza diversa da quella che gli viene data dal Figlio.
AGOSTINO: Ma non per questo, come hanno pensato alcuni eretici, lo Spirito Santo è inferiore al Figlio, poiché il Figlio riceve la natura dal Padre e lo Spirito Santo dal Figlio, come per certi gradi. Perciò, risolvendo egli stesso la questione, spiega perché ha detto questo dicendo: Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annunzierà.
DIDIMO: Come se dicesse: sebbene lo Spirito di verità proceda dal Padre, tuttavia, poiché tutto ciò che possiede il Padre appartiene anche a me, e anche lo stesso Spirito del Padre è mio, egli prenderà del mio. Ma guardati dal pensare, quando si dice questo, che non siano la stessa cosa l’essere e il possesso del Padre e del Figlio; infatti ciò che il Padre possiede secondo la sostanza, cioè l’eternità, l’immutabilità, la bontà, le stesse cose le possiede anche il Figlio. E guardiamoci dai tranelli dei dialettici; infatti affermano che il Padre è il Figlio. Ora, se avesse detto: Tutto quello che Dio possiede è mio, l’empietà avrebbe trovato lo spunto per insorgere; ma quando dice: Tutto quello che il Padre possiede è mio, avvalendosi del nome del Padre si proclamò Figlio, ma colui che era Figlio non usurpò la paternità; sebbene egli stesso sia padre di molti santi per la grazia dell’adozione.
ILARIO: Tuttavia il Signore non volle lasciare nel dubbio se lo Spirito Paraclito fosse dal Padre o dal Figlio: infatti dal Figlio riceve di essere da lui inviato, e dal Padre procede. Ma mi domando se sia la stessa cosa ricevere dal Figlio e procedere dal Padre. Indubbiamente ricevere dal Figlio dev’essere ritenuto la stessa cosa che ricevere dal Padre; infatti, dice che tutte le cose che il Padre possiede sono sue, e quindi mostra che tutte le cose ricevute da lui sono anche cose che il Padre possiede e da cui sono ricevute, ma sono ricevute da lui poiché tutto ciò che è del Padre è anche suo. Questa unità non ha diversità: né fa differenza da chi sia ricevuto; infatti ciò che è dato dal Padre, viene riferito anche come dato dal Figlio.